Sono sempre vari e controversi i giudizi che un grande artista lascia dietro di sé, quando abbandona questa vita. Edward Hopper, probabilmente il più celebre artista statunitense del XX secolo, non ha fatto eccezione. Per alcuni egli è stato un narratore di storie, per altri è l’unico ad essere stato in grado di fermare il tempo e cristallizzarlo in un panorama o in un ritratto. Per fortuna, una volta tanto, è lo stesso artista a chiarire la sua poetica; Hopper, uomo timido e silenzioso, che amava i paesaggi marini e la luce, diceva della sua opera: “Se potessi dirlo a parole, non ci sarebbe alcun motivo per dipingere”. Tutta dedicata a lui è la mostra, in programma fino al 12 febbraio al Complesso del Vittoriano nell’Ala Brasini, che rende conto dell’intera parabola artistica di questo grande maestro. L’istituto per la Storia del Risorgimento, l’Assessorato alle Politiche Culturali, la Sovrintendenza Capitolina e Arthemisia Group hanno collaborato con il Withney Museum of American Art per realizzarla. Partendo dagli acquerelli parigini, fino ad arrivare agli scorci urbani degli anni Cinquanta e Sessanta l’esposizione, curata da Barbara Haskell, del Withney Museum, in collaborazione con Luca Beatrice, offre al visitatore la possibilità di ammirare capolavori come South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight (1960), New York Interior (1921), Le Bistro or The Wine Shop (1909), Summer Interior (1909), che celebrano le enormi doti di disegnatore di Hopper. Si tratta, insomma, di un sontuoso viaggio nella storia e nella vita di un artista ormai considerato un classico del Novecento.
Box informazioni:
Edward Hopper
Roma – Complesso del Vittoriano – Ala Brasini (Via di San Pietro in Carcere)
dal 1 ottobre 2016 al 12 febbraio 2017
info: tel. 06 87 15 111
Patrizio Pitzalis