Fabrizio De Andrè: la mostra

Lo spirito del cantautore genovese nel suggestivo scenario dell’ Ara Pacis

Dopo Genova e Nuoro arriva anche a Roma la mostra multimediale dedicata a Fabrizio De Andrè. Realizzata da “Studio Azzurro”, uno tra i più importanti gruppi di video arte internazionale, l’ esposizione regala al pubblico una suggestiva esperienza visiva ed emotiva, attraverso la voce, la calligrafia e la personificazione dei personaggi del cantautore genovese.
Il visitatore viene accolto da sei schermi trasparenti, in prospettiva ottica 100x200cm, che raccontano i temi della poetica di De Andrè attraverso canzoni, manoscritti, fotografie e videointerviste.
Il percorso interattivo guida poi il pubblico nella produzione discografica. Ogni visitatore può scegliere quale disco analizzare attraverso una serie di piccoli pannelli che vengono posizionati su appositi tavoli multimediali su cui appariranno interviste e contributi video che aiuteranno a capire il periodo storico, il clima sociale e i meccanismi di lavorazione dell’ album.
Nella sezione “Personaggi e tarocchi” invece, avviene l’incontro con i personaggi di De Andrè. Sugli schermi di tre tarocchi virtuali, che rievocano l’allestimento scenico creata da Pepi Morgia per la scenografia della storica tournee “Le nuvole”, scorrono trentuno personaggi resi famosi da De Andrè, dal pescatore a Geordie, da Bocca di rosa al suonatore Jones. Su due lavagne touch-screen poi, ogni visitatore può creare un tarocco personalizzato, con disegni e versi originali.
L’area dedicata alla vita del cantautore genovese mette in mostra un altro straordinario percorso multimediale. Ci sono 25 immagini a scelta, riprodotte su lastre di plexiglas da inserire in alcune cornici posizionate su cavalletti di legno, che ricordano i vecchi banchi ottici. Una volta posizionate, le lastre attivano una proiezioni di immagini e filmati riferite ad un determinato momento della vita di “Faber”.
Cosa rende tanto speciale questa mostra? Il merito di non regalare al pubblico una conoscenza passiva di Fabrizio De Andrè, bensì di invitarlo ad una conoscenza attiva, scegliendo quale immagine di “Faber” approfondire, senza cementarlo in rigidi percorsi tematici o cronologici.
Il visitatore può così personalizzare il proprio percorso, evitando rigide suddivisioni in aree tematiche e cronologiche, creando così un suggestivo sentiero denso di emozioni. Come sarebbe piaciuto a Fabrizio De Andrè.

Nicola Salerno

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