Si impone sulla scena agli inizi dell’800… dapprima come procedimento di raffigurazione del paesaggio e dell’architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente borghesia e il popolo…la sua diffusione portò ad uno sviluppo della sensibilità estetica…fondamentale nell’accrescimento del giornalismo e del reportage…la Fotografia…come bloccare un’emozione e renderla eterna!!!
Anni ’90…odore di acidi e caffè…macchine di stampa all’opera e il padre che le porge i negativi,anche caldi,da tagliare. Sembra nera pasta stesa ad asciugare. Aveva 8 anni. Ed era già innamorata…
E’ cosi che nasce la sua passione! Nata e cresciuta a stretto contatto con la fotografia,Rossella Putino, perché i suoi genitori, come una parte della sua famiglia, erano fotografi. Già a 8 anni passava spesso il pomeriggio ad aiutare il padre nel laboratorio di sviluppo e stampa e a 14 anni la madre la manda, da sola, a svolgere il suo primo servizio fotografico. Impacciata, con una semplice fotocamera meccanica, scattava le sue prime fotografie a ragazzine della sua età che si atteggiavano da “fotomodelle”… per amore si trasferisce a Varese dove cresce professionalmente, fino ad avere, dopo 10 anni di pratica continua e susseguirsi di errori e vittorie, il suo personale studio fotografico in cui ricevo clienti per ogni genere di servizi: matrimoni, eventi, moda…
Intervistata dalla dott.ssa Pacelli (direttrice del magazine) le chiediamo cos’è per lei uno scatto…e quasi poeticamente ci risponde che “uno scatto è ciò che è invisibile agli occhi. E’ ciò che credi di aver visto ma che, in realtà troppo rapido per lo sguardo, rischierebbe di fuggire via assieme al battere delle ciglia. E’ quel qualcosa che tu, fotografo, hai visto e muori dalla voglia di mostrare agli altri perché spesso le parole non bastano”
Per Rossella Putino è difficile definire la fotografia come Arte perché nel mondo odierno chiunque scatta una foto prima ancora di guardare qualcosa…per il fotografo resta un mero modo di esprimersi.
Le chiediamo se è d’accordo con una celebre frase di Bresson “Una fotografia non è né catturata né presa con la forza. Essa si offre. È la foto che ti cattura.” Risponde citando una foto di Cuba in cui, in un quasi magico triangolo, un bambino dorme beato sulla spalla del padre che ha una scritta sui pantaloni che recita “american dream” e sul giornale Raul Castro che vanta una gloriosa cuba piena di ottimismo. Ci spiega che quando viaggia porta con se una piccola macchina fotografica, discreta e leggera. E’ il suo compagno a scattare la maggior parte delle foto. Ci sono dei momenti però in cui sente la necessità di riprendere qualcosa che gli balza prepotentemente agli occhi. E lì accende al volo la macchina fotografica e scatta senza pensare!
Quali sono i progetti futuri di Rossella Putino?Parla dei progetti personali che dovranno aspettare ancora un po’. Non può trattare la fotografia come un hobby ma può contare sul fatto che ancora si diverte e fa del suo lavoro lo sviluppo di una grande passione. Ultimamente riesce a viaggiare spesso, per reportage di matrimonio che per lei è sicuramente il ricordo più bello da immortalare. Questo la rende già piuttosto felice. E poi ha aperto finalmente il suo studio! …per il futuro chissà…!!!
Cosa ci riserva il futuro difficile dirlo…ma del passato abbiamo la certezza del ricordo…forse un po’ sfocato…forse bagnato da una lacrima …un ricordo contenuto in uno scatto…la consapevolezza dell’immortalità di un momento!!!
Forse per Rossella Putino non si può parlare di vera e propria arte ma sicuramente per lei la fotografia è il sinonimo della passione, il narratore discreto che non turba il momento ma che lo coglie in un attimo di eternità