Succede che ci si perda fra le curve del tempo, lungo la tortuosa strada intrapresa per diventare faticosamente noi stessi, o almeno tentando. Succede, a tutti, in ogni momento. Così, col passare lento dei giorni, si accumulano false partenze, rincorse, vicoli ciechi; o ancora -mentre i giorni si schiudono in mesi- momenti sbagliati e mancati incontri. Di quelli che ti sembra di riuscire quasi a sfiorarvi, a toccarsi anche per un istante con la punta delle dita. E a volte quel singolo istante può valere l’intero viaggio, può valere una vita intera. Uno solo di quei momenti può valere il perdono per una intera esistenza. Diverse velocità, crescite differenti sotto le stese nuvole o calpestando sabbie di spiagge agli opposti capi del mondo conosciuto, sotto ogni cielo; con ogni tempo.Quanto ci vuole per impararci? Quanto per imparare, per riuscire a camminare fianco a fianco, senza perdersi. Perché passi lo sconforto di aver avuto un passo toppo lento o troppo veloce. Senza soffrire più il disagio ed il dolore di vedersi allontanare l’un l’altro con mani adunche e braccia tese verso altre mani tese e troppo distanti per essere afferrate, strette, trattenute.Ad alcuni, ai più fortunati capita di riuscire a trovarsi al primo colpo, a pareggiare le cadenze senza sforzi –percorsi che hanno del miracoloso. Altri sono costretti a compiere dei giri immensi per potersi ritrovare; pur di sfiorarsi ancora una volta, senza l’imbarazzi di incontrarsi per strada e chiedersi un po’ imbarazzati: “come stai?”. Sai, quelle domande un po’ sciocche di circostanza, ma che sono, purtroppo, le uniche a venire in mente in quei momenti.E forse la vita in fondo non è altro che questo: una immenso circo, in cui sciamano come insetti pazzi tutti gli uomini e le donne del mondo, ognuno impegnato a cercare la giusta velocità per camminare vicini. Condendo l’attesa e l’esercizio di frasi forti e di coraggio da bar.Tutti quanti. Tutti con la segreta speranza di non perdersi più, di non allontanarsi più.
Giampaolo Giudice
