Gianfranco Turchetti. Non c’è una sola pressione

 

Per la nostra rubrica dedicata alla salute e al benessere, vi parliamo dell’esperienza straordinaria di un medico appassionato e competente: Gianfranco Turchetti.

Non c’è una sola pressione, questo è il motto del professor Gianfranco Turchetti, che è stato fino al 2007, anno del raggiungimento della pensione, Responsabile del Centro per l’ipertensione del Policlinico “Umberto I” di Roma. Anzi, nella storia clinica di ogni individuo, nelle diverse fasi della sua vita, nei differenti periodi dell’anno e, addirittura, in momenti diversi della giornata, la pressione arteriosa cambia, a volte radicalmente. Perciò è bene misurarla in molte occasioni e farsela misurare da chiunque. Sembrerebbe un’iperbole, giacché molto spesso si sente parlare dell’ipertensione come del “killer silenzioso”, ma l’affermazione di Turchetti è tesa proprio a porre l’accento sulla mutevolezza di questo parametro vitale. Continua il professore dicendo che giudicare se la propria pressione è normale, misurandola una sola volta, è come dare un giudizio su un film vedendone un solo fotogramma; se lo dice lui, possiamo davvero crederci, visto che è stato medico personale e amico di Federico Fellini, fino agli ultimi giorni di vita del regista romagnolo. L’abitudine di misurare quotidianamente la pressione non deve però spingere all’autodiagnosi i pazienti, che devono invece rivolgersi a uno specialista, il quale pianificherà una terapia solo dopo aver avuto il quadro d’insieme della situazione. Insomma, la pressione alta deve essere presa con la giusta serietà ma assolutamente mai con allarmismo. L’ipertensione, del resto, è un disturbo senza una causa precisa, che può portare però a gravi conseguenze, come l’infarto; inoltre, ipertesi si può esserlo fin da giovani, se si ha una predisposizione genetica, oppure divenirlo in età avanzata a causa dell’irrigidimento progressivo delle arterie e di abitudini sbagliate, quali la sedentarietà, la scorretta alimentazione e l’obesità. Il fumo, invece, non ha un rapporto diretto con l’ipertensione ma essendo uno dei fattori di maggiore rischio per le malattie cardiovascolari, è certamente da evitare. Turchetti sottolinea, poi, che nel caso di ipertensione in età avanzata, dovuta all’irrigidimento sopracitato, non si deve far altro che seguire una terapia farmacologica personalizzata e minimamente invasiva e, in alcuni casi dopo gli 80 anni, addirittura la terapia è del tutto sconsigliata. Insomma, ci si può affidare con tutta la serenità possibile a medici come Gianfranco Turchetti, che conoscono approfonditamente il loro campo di studi, tanto da fare un vero e proprio Viaggio nell’ipertensione, titolo di un suo importante libro, scritto qualche anno fa con la collaborazione di Luciano Ragno.

 

 

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www.semeiologico.it

 

Manuela Pacelli

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