Arrivato alla sua XIV edizione, si è svolto a Roma presso il Teatro Grande dell’Accademia Nazionale di Danza, il Premio Roma Danza 2015 – Concorso Internazionale di Coreografia dal 29 giugno al 3 luglio 2015. Quest’anno è stato completamente indirizzato alla valorizzazione di nuovi talenti per la coreografia e come Presidente di Giuria ha avuto l’onore di ospitare Jorma Uotinen, danzatore, performer e coreografo di origine finlandese di fama internazionale, direttore artistico del Finnish National Ballet e attualmente direttore artistico del Kuopio Dance Festival. Gli esiti ed i risvolti della manifestazione, importante per la cultura e per lo sviluppo dei giovani talenti, sono raccontati da Giovanna Cassese, attualmente Commissario dell’AND da gennaio 2015. Giovanna Cassese è docente di prima fascia di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, della quale è stata direttore dal 2007 al 2013. È stata, inoltre, Commissario dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila dal 28 novembre 2013 al 31 ottobre 2014. È anche componente del Cantiere Afam, voluto dal Miur per la riforma del settore.
Si è conclusa da poco la XIV Edizione del “Premio Roma Danza 2015”, quest’anno interamente dedicata al Concorso Internazionale di Coreografia. Come valuta l’esito finale della manifestazione, anche da un punto di vista culturale e di partecipazione?
Ottimo. Il Premio Roma Danza è un concorso internazionale che apre ancora di più l’Accademia Nazionale di Danza di Roma al mondo. Questa iniziativa un anno premia ballerini, l’anno seguente i giovani coreografi. Quest’anno l’edizione era dedicata ai coreografi e la partecipazione è stata di altissimo livello. Ha vinto un cinese e questo la dice lunga sulla attenzione che c’è anche al di fuori dall’Italia sull’AND.
Sul podio dei vincitori è possibile leggere i nomi di un artista italiano e di due artisti cinesi e, tra gli altri premi speciali, troviamo anche altre nazioni come la Francia. Ricordiamo, inoltre, la presenza di Jorma Uotinen (coreografo, danzatore, performer finlandese) in qualità di Presidente della Giuria. Un contesto altamente internazionale e competitivo in cui mettere alla prova le proprie abilità e competenze, confrontandosi anche con Paesi lontani e culturalmente distanti. Quanto questo può costituire un punto di forza per il concorso?
Il contesto altamente internazionale e competitivo è il maggior punto di forza del nostro concorso, ma in generale dell’arte. Mi ha fatto particolarmente piacere ricevere i complimenti di Jorma Uotinen, personalità di altissimo livello che ha sottolineato pubblicamente di essere rimasto particolarmente colpito dall’organizzazione della manifestazione, dal livello dei partecipanti e dalla serietà con cui sono stati valutati.
La location è stata quella del Teatro Grande dell’Accademia Nazionale di Danza. Quanto il luogo può valorizzare non solo la manifestazione in sé ma anche l’intera città in cui si è svolta, una città come Roma già conosciuta al mondo per le sue bellezze storiche ed artistiche?
Il luogo non fa la manifestazione. Ma una location suggestiva sicuramente arricchisce qualsiasi evento che ospita. L’Accademia Nazionale di Danza ha la fortuna di sorgere sull’Aventino immersa in una folta vegetazione, Un luogo magico le assicuro. E non solo. Al suo interno vanta anche un meraviglioso Teatro intitolato alla Ruskaij, fondatrice dell’istituzione. Una sala da circa 100 posto ricavata lì dove sorgeva un vecchio serbatoio romano. Una vera e propria chicca.
Il prossimo anno il “Premio Roma Danza 2016” sarà dedicato agli interpreti e potranno partecipare i danzatori, di tutti gli stili e tecniche, nelle sezioni junior e senior. Cosa vi aspettate, in termini di successo e risultati?
Ci si aspetta la massima partecipazione dal mondo. Qualsiasi iniziativa promossa da una istituzione importante come l’Accademia Nazionale di Danza, ha il dovere di puntare sempre ad ottenere il migliore risultato. D’altra parte siamo inseriti nel comparti dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, l’unica che offre corsi pre-accademici, trienni di studio e bienni di specializzazione che hanno lo stesso valore di una laurea di primo e secondo livello. Questo significherà qualcosa.
I partecipanti al concorso sono tutti giovani ambiziosi e dotati di gran talento che dedicano la loro vita alla danza. Ragazzi e ragazze entusiasti che vogliono investire sui loro sogni e sul loro futuro artistico. Dati i tempi scoraggianti (soprattutto per la cultura, intesa in senso lato e comprendente le diverse arti), crede che tanti giovani siano demoralizzati nel ricercare la loro strada in questo ambito e che questa manifestazione possa restituire loro realistiche speranze per una carriera artistica?
Credo innanzitutto che i giovani non debbano avere paura di rincorrere i propri sogni. Che gli adulti debbano spronarli in questa direzione mettendo loro a disposizione una serie di strumenti. E che lo Stato debba fare di tutto per costruire il futuro delle nuove generazioni.
Quanto è importante investire sulla cultura e sulla formazione culturale dei giovani talenti?
È importantissimo. I giovani sono il futuro del Paese e su di loro si deve investire in maniera totale.
Che ruolo ha l’Accademia di Danza?
Un ruolo importante quanto quello delle Università. Chi esce dall’Accademia Nazionale di Danza deve avere la consapevolezza di avere ricevuto tutti gli strumenti giusti per vivere di questa meravigliosa arte. Per questo in questi sei mesi in cui ho guidato la struttura ho anche stretto tante convenzioni con altre strutture di pari importanza a cominciare dall’Accademia Albertina di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e poi convenzioni con l’INDA e la Fondazione Giorgio Cini e l’Archivio Mauro Tosti Croce e la Biblioteca Nazionale di Roma.
Piera
Feduzi