GIOVANNI FRANGI. Sherazade. La simbiosi tra spirito e natura.

z1L’Oriente è la culla della civiltà. Lì sono nati i racconti, i miti e le credenze che hanno influenzato il pensiero e la storia del mondo. Nel luogo che oggi chiamiamo Medio Oriente sono state raccontate le avventure che hanno deciso il corso della civiltà umana e alcune di esse sono, ancora oggi, testimonianza di quella magia ancestrale. Tra tutte, quella più famosa è la vicenda di Sherazade, sposa del re di Persia, che per mille e una notte racconta al suo sovrano una lunga serie di novelle, il cui finale viene sistematicamente rinviato alla notte successiva, allo scopo di rimandare la propria morte, decisa dal re che nutre una profonda avversione verso il genere femminile. Allo stesso modo le opere di Giovanni Frangi, in mostra al Museo San Matteo di Pisa, penetrano all’interno dell’edificio, che custodisce capolavori dell’arte medievale e rinascimentale, creando nel visitatore un’attesa di quello che sarà dopo, in un circolo infinito in cui inizio e fine coincidono. Questa esposizione, intesa come un’installazione creata apposta per il museo pisano, prende il nome proprio dall’eroina delle Mille e una notte ed è composta da lavori ricavati da elementi naturali (tronchi, sassi, boschi), guardati a vista dai Crocifissi e dalle Passioni custodite al San Matteo. L’opera di Frangi è, da sempre, profondamente influenzata dalla natura, che egli ha indagato nei suoi molteplici aspetti fin dagli esordi, trovando in essa la sua ispirazione. L’artista milanese sembra aderire alla realtà creandone una versione idealizzata, in un movimento lento di avvicinamento ad essa e, nel contempo, di allontanamento immaginario. A questo scopo è fondamentale il dialogo tra le opere di Frangi e i capolavori antichi. Così il visitatore si può trovare di fronte Sherazade, la scultura cha da il nome all’esposizione, una forma di tronco divenuta rosa, che sembra strisciare sinuosa per farsi strada all’interno del museo. Allo stesso modo, altre sculture serpentiformi, in gomma piuma, gesso colorato o poliuretano rigido che, come tanti indizi disseminati qua e là, conducono l’osservatore in un viaggio in cui andata e ritorno sono la stessa cosa. Procedendo si incontrano dipinti di boschi cupi, tra cascate e rocce, che si specchiano in paesaggi subacquei tra i filamenti fangosi di un’alga. Oppure sassi che si confrontano col dipinto inatteso di un parco milanese e accanto un piccolo lago artificiale in cui le immagini si riflettono come in un cartone animato. In un altro ambiente ci si imbatte in cinque sinopie (abbozzi di forme, che vengono usati solitamente per gli affreschi) di paesaggi visti dall’alto, in cui la prospettiva si perde nell’orizzonte infinto del cielo. Il viaggio avventuroso di Frangi è costellato di contrasti, come cortocircuiti, che suggeriscono diverse chiavi interpretative delle opere. Tutto questo nel contesto del museo pisano, in cui sono esposte sculture lapidee e lignee, che testimoniano l’opera dei maestri anonimi del romanico italiano, così come quella del Pisano e di Donatello. E poi il Rinascimento con le opere di Simone Martini, il Ghirlandaio e Masaccio, infine con la sua collezione di ceramiche e oreficerie, a comporre un meraviglioso affresco. Un grande percorso espositivo, per un viaggio nella commistione e nell’inaspettato che avvince e conquista immediatamente.

 Box informazioni:

 GIOVANNI FRANGI. Sherazade

Pisa, Museo Nazionale di San Matteo

dal 15 settembre al 3 novembre 2013

Info: tel: 050 541865

          sbapsae-pi.museosanmatteo@beniculturali.it 

          dario.matteoni@beniculturali.it

 

Patrizio Pitzalis

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