Gli scavi a Sant’Egidio svelano tesori medievali

Abruzzo da scoprire. Durante gli scavi archeologici condotti sul monte di Sant’Egidio, crocevia della transumanza, nei pressi della piana di Campo Imperatore del Gran Sasso d’Italia, sono venuti alla luce i resti di una chiesa vescovile costruita a partire dal XII secolo. Oltre al semplice edificio religioso, a navata unica con transenna presbiteriale, sono state ritrovate ceramiche di Castelli e Anversa degli Abruzzi prodotte centinaia di anni fa per il mercato aquilano, e ottanta monete di rame e argento. Le ricerche sono state portate avanti dall’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Paganica e San Gregorio, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila e il patrocinio del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Le indagini si inseriscono all’interno del recupero del complesso pastorale di Sant’Egidio. Come testimoniato dai reperti numismatici rinvenuti, la chiesa che svetta a 1.700 metri di altezza, era situata in un crocevia vitale per la pastorizia, luogo di incontro per gli antichi abitanti dell’Appennino.

L’importante ritrovamento è stato presentato alla stampa il 24 settembre al Centro Civico di Paganica. Alla cerimonia hanno partecipato Fernando Galletti Presidente ASBUC, Marco Fanfani Presidente Fondazione Carispaq, Maria Alessandra Vittorini della Soprintendenza Unica Archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila e i comuni del cratere, e Massimo Cialente Sindaco dell’Aquila, oltre ad altri archeologi ed esperti di numismatica. Mentre il presidente della Fondazione Carispaq Fanfani ha auspicato una futura apertura al pubblico e valorizzazione turistica del sito, l’archeologa Rosanna Tuteri della Soprintendenza Unica, ha spiegato l’importanza del ritrovamento per l’identità di un luogo affascinante situato nel cuore della Piana di Campo Imperatore, di cui fino a pochi mesi fa si sapeva ben poco. Come rivelato dall’archeologo Alessio Rotellini, responsabile del progetto, infatti, la chiesa di Sant’Egidio compare per la prima volta in una documentazione del 1362, quando viene accorpata dal vescovo dell’Aquila alla parrocchia di Santa Maria di Assergi. Nel 1483 la montagna è affittata ai pastori per la transumanza, l’edificio religioso in decadenza diventa luogo di riposo e riparo. L’ultima traccia risale al 1538, quando l’Università di Paganica si svincolò dal pagamento di un canone annuo gravante sulla montagna. Ora dopo secoli si torna ad esplorare questo luogo misterioso ed affascinante, che può ancora regalarci sorprese.

Francesco Consiglio

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