Lo scorso 6 agosto è stato il 71° anniversario dell’esplosione atomica di Hiroshima, in Giappone, città colpita dalla letale bomba sganciata dagli americani nel 1945. Pochi giorni dopo, il 9 agosto, anche Nagasaki fu devastata alla stessa maniera. Il doppio tragico evento è rimasto vivo in Yumi Karasumaru, artista giapponese, nata ad Osaka, ed attiva tra Bologna e Kawanishi. Proprio nel capoluogo emiliano, nel giorno della ricorrenza del primo dei due avvenimenti, è stata inaugurata la mostra Facing Histories, allestita al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, negli spazi riservati alle Collezioni Permanenti.
I tragici fatti dei bombardamenti compiuti durante la seconda guerra mondiale sono al centro di una selezione di dipinti, in precedenza esposta a Kyoto e a Tokyo nel 2015. L’attenzione per le città distrutte era stata materia di altri lavori della pittrice, con Atomic Series del 1995 e Modern Crimes del 1999, fino all’ampio ciclo di piccole opere realizzate nel 2015, e parzialmente esposte ora a Bologna. Nella mostra curata da Uliana Zanetti, la trattazione degli eventi diviene frutto di un linguaggio artistico ispirato ad immagini di giornali, filmati o foto private, che offrono uno sguardo su scene di guerra e di distruzione, fatti politici o personali, intrecciati al dramma della collettività.
Pittura e performance costituiscono le linee di lavoro dell’artista giapponese, che mescola la cultura tradizionale con quella pop, aprendo ad interrogativi su traumi e contraddizioni profonde del Giappone, divenuti parte dell’identità collettiva per il suo popolo.
L’imperativo di memoria storica del paese d’origine e delle ferite che hanno segnato il Giappone in passato spiega l’intento di Karasumaru nel condurre il pubblico agli avvenimenti del Novecento. Lo shock delle immagini che ne danno conto si accompagna ad una parvenza di dolcezza in termini di contenuto, grazie a colori luminosi ed accattivanti, oltre i quali un’osservazione ravvicinata ed attenta porta a scorgere la tragicità dei fatti rappresentati. In mostra compaiono sequenze diverse, riunite e ricombinate in una pluralità di racconti visivi. Ad intermittenza, si inseriscono ideogrammi lirici, così che la parola poetica finisce per dar voce al bagaglio di emozioni della pittrice.
La mostra è in programma fino al prossimo 16 ottobre 2016. Per info: http://www.mambo-bologna.org/mostre/mostra-211/.
Clara Agostini