I vestiti dei sogni, il cinema raccontato dagli abiti

Il connubio tra la moda e il cinema in Italia è da Oscar. Tant’è che per ben 12 volte il nostro paese è stato insignito del premio più ambito per i costumi. Dal 17 gennaio al 22 marzo a Palazzo Braschi, nel cuore di Roma, una mostra intitolata I vestiti dei sogni racconta quest’eccellenza italiana così premiata eppure così poco conosciuta. Noi di Eventi Culturali siamo stati alla preview e ci siamo dovuti costringere ad andare via, perché gli abiti esposti ti fanno sognare ad occhi aperti. Ad impreziosire la mostra contribuiscono le luci e l’allestimento, soprattutto in quelle sale dove vengono proiettati spezzoni di film celebri come Guerra e Pace (1956) di King Vidor con una splendida Audrey Hepburn. Gli abiti furono realizzati da Maria De Matteis e Fernanda Gattinoni: 22 costumi che seguono le trasformazioni psicologiche della protagonista. La De Matteis fu allieva di Gian Carlo Sensani, un gigante rivoluzionario del settore, che tenne a bottega un altro gigante: il fiorentino Piero Tosi, insignito nel 2013 dell’Oscar alla carriera. È Tosi indubbiamente il più grande, avendo vestito pellicole come Matrimonio all’Italiana e Ieri, oggi e domani di De Sica, Il Portiere di notte della Cavani, i film di Lucchino Visconti, al quale fu legato per 25 anni e per il quale realizzò i costumi del leggendario Il Gattopardo. La prossimità a quegli abiti nelle sale di Palazzo Braschi ci ha regalato un’emozione grandissima, come quando abbiamo ammirato i lavori di Milena Cannonero. Nel 2007 ha vinto l’Oscar per i vestiti di Marie Antoniette di Sofia Coppola: il Settecento viene rappresentato e rivisitato in un modo originalissimo. D’altra parte questa ‘costume designer’ aveva già ottenuto altri due Oscar con Barry Lyndon di Kubrick e con Momenti di Gloria. Anche Fellini ebbe i suoi costumisti di fiducia e si chiamavano Piero Gherardi, all’opera in film culto come La dolce vita e Otto e mezzo, e Danilo Donati, considerato il più artistico dei costumisti nostrani, che ha realizzato gli abiti di Amarcord e Casanova.  C’è stata e c’è ancora una casa-fucina di talenti a Roma ed è la Sartoria Tirelli. Lì il maestro Tosi ha tenuto a bottega Gabriella Pescucci, vincitrice dell’Oscar per L’età dell’innocenza di Martin Scorsese. Ma c’è anche Maurizio Millenotti tra gli allievi di Tosi, che ha lavorato con il gotha del cinema italiano: Tornatore, Zeffirelli, Fellini, Garrone. La mostra contiene inoltre il presente con la giacca indossata da Servillo ne La Grande Bellezza e un completo realizzato per Il Giovane Favoloso di Martone e una sorpresa, vale a dire l’anteprima degli abiti di Massimo Cantini Parrini per il nuovo film di Matteo Garrone, intitolato Il Racconto dei racconti con Salma Hayek e Vincent Cassel.

 

Pasquale  Musellamostra i vestiti dei sogni

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