A cent’anni dalla sua scomparsa, Palazzo Zabarella a Padova rende omaggio alla figura di Federico Zandomeneghi, protagonista di una fiorente stagione artistica della pittura italiana ottocentesca. Prenderà il via il prossimo 1° ottobre 2016 la mostra L’Impressionismo di Zandomeneghi, con una retrospettiva di opere volta a raccontare la vita e la carriera del maestro, nato a Venezia nel 1841 e morto a Parigi nel 1917.
I lavori in esposizione, nell’ambito di un progetto curato da Francesca Dini e Fernando Mazzocca, e promosso dalla Fondazione Bano, sono scelti ad emblema del ruolo di artista detenuto da Zandomeneghi sulla scena italiana e parigina. Assistette e prese parte al passaggio da un naturalismo impegnato ad una pittura con intenti di denuncia sociale, fino a proporre una lettura innovativa dell’Impressionismo, sulla scia delle sperimentazioni di altri grandi artisti conosciuti in Francia.
Le sue opere regalano un quadro vario ed affascinante delle atmosfere parigine, grazie a raffigurazioni della vita sociale tra piazze e boulevard caratteristici, condotta tra sfarzo e frivolezza.
L’itinerario delle tele in mostra, provenienti da pregiate collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, illustra i contributi della pittura di Zandomeneghi tra Ottocento e Novecento, nel segno di un linguaggio singolare e di un raffinato uso della tecnica a pastello.
Esponente di spicco all’interno del panorama artistico francese, affiancò Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis nella triade degli Italiens de Paris. Si elevò a cantore della donna emancipata avvolta dal fascino della Belle Époque, cogliendola nei vari momenti del quotidiano: dal rito della toilette alle passeggiate al Bois, dalla lettura alle serate mondane a teatro e ai caffè.
L’esposizione a Palazzo Zabarella intende tracciare il percorso di Zandomeneghi uomo e pittore, dagli esordi alla conoscenza dei Macchiaioli, fino al culmine della sua attività all’epoca del periodo a Parigi.
Figlio d’arte, preferì la pittura alla scultura, nonostante la vocazione di famiglia legata alla vicinanza del nonno a Canova, nonché la realizzazione da parte del padre del Monumento di Tiziano nella Basilica dei Frari a Venezia. In fuga dal capoluogo veneto per evitare l’arruolamento tra le fila di soldati in Austria, Zandomeneghi partecipò alla spedizione garibaldina dei Mille. Durante il successivo soggiorno a Firenze dal 1862 al 1866 frequentò i Macchiaioli, e strinse rapporti d’amicizia con il critico Diego Martelli, prima del ritorno a Venezia. Dal 1874 si trasferì a Parigi, dove si affermò come pittore moderno dietro gli influssi impressionisti di personalità come Degas e Renoir, con le quali entrò direttamente in contatto nella capitale francese. La raggiunta maturità artistica fu celebrata con la ripetuta presenza di Zandomeneghi al Salon des Indépendants (1879,
1880, 1881, 1886). Sempre a Parigi, inoltre, potè vantare un rapporto privilegiato con il mercante Durand-Ruel. Una rassegna di opere di Zandomeneghi venne esposta alla Biennale di Venezia nel 1914, ma restò priva del riconoscimento sperato, conseguito dopo gli anni Venti.
La mostra patavina sarà inaugurata a Palazzo Zabarella il 1° ottobre prossimo, e durerà fino al 29 gennaio 2017. Box informazioni: www.zabarella.it.
Clara Agostini