Il giorno della Civetta

“Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia per la regia di Fabrizio Catalano con Sebastiano Somma e con la partecipazione di Orso Maria Guerrini, debutterà al Teatro Parioli Peppino De Filippo di Roma,diretto da Luigi De Filippo,giovedì 23 febbraio 2012 alle ore 21,00.
In scena accanto a Sebastiano Somma e a Orso Maria Guerrini, Gaetano Aronica, Morgana Forcella, Roberto Negri, Alessio Caruso, Maurizio Nicolosi, Giovanni Vettorazzo, Luca Marianelli e Fabrizio Catalano.
Un paese di poche migliaia di abitanti, nell’entroterra siciliano. Un freddo mattino d’inverno. La luce d’un pallido sole riflessa sull’asfalto bagnato. Una piazza. Un autobus – il motore già acceso – che s’appresta a partire. Gli ultimi passeggeri s’affrettano a salire, mentre gli altri aspettano la partenza dell’autobus, dietro i finestrini. Un uomo, vestito di scuro, s’avvicina, di corsa. Posa il piede sinistro sul predellino dell’autobus, sta per rivolgersi all’autista. All’improvviso, un bagliore, seguito da un rumore sordo: l’uomo rimane quasi sospeso, per qualche istante, prima di afflosciarsi sull’asfalto. Morto.“Il giorno della civetta” racconta la storia dell’inchiesta condotta, a partire da questo omicidio, da un capitano dei carabinieri appena arrivato in Sicilia, dalla lontana Parma, all’inizio degli anni ’60. Il capitano Bellodi è un ex partigiano, servitore dello stato, pronto ad affrontare qualunque difficoltà, pur di far bene il proprio dovere. Davanti a lui, c’è adesso un cammino lungo, faticoso, irto di ostacoli. In fondo a questo percorso, c’è la verità; ma la verità, spesso, in Sicilia, ha troppe facce. Un’isola silenziosa, dura, che a Bellodi sembra incomprensibile, a tratti ostile. In questa riduzione teatrale de “Il giorno della civetta”, l’azione si svolge in una Sicilia trasfigurata, territorio dell’anima prima ancora che elemento geografico. “Il più grande peccato della Sicilia è stato ed è sempre quello di non credere nelle idee. Ora, siccome questa sfiducia nelle idee, anzi, questa mancanza di idee, si proietta su tutto il mondo, la Sicilia ne è diventata la metafora”. Ne “Il giorno della civetta”, Salvatore Colasberna, unico impresario onesto della provincia, viene minacciato, ricattato ed infine ucciso, perché non ha voluto piegarsi ai voleri della mafia, perché s’è rifiutato d’uniformarsi ai comportamenti dei suoi rivali, perché costruiva le case con il cemento piuttosto che con sabbia e sterco. Chi comanda non può permettere che non si rispettino le regole, anche se queste nascono dal sopruso e dall’ingiustizia. Chi tocca gli interessi dei potenti, che quasi mai coincidono con quelli del comune cittadino, muore. Chi ha il potere, ne abusa. In pochi protestano, in pochi si oppongono. Per queste ragioni, in questo spettacolo, dovremo curarci di rifuggire ogni rassicurante stereotipo: è comodo avere dei cattivi con un accento pronunciato, con la voce roca ed un sigaro cubano tra i denti, ma i mafiosi che ne “Il giorno della civetta” violentano la giustizia non potrebbero essere faccendieri, deve ritirarsi. Ancora una volta. Ma non sarà sempre così.Sarà, quella di Bellodi, un’altra battaglia perduta?Sciascia ci ha lasciato il suo pensiero: abbiamo il dovere di fondare la nostra speranza su delle idee e di contribuire all’affermazione della verita’ e della giustizia : “ QUESTO E’ UN PAESE SENZA VERITA’; BISOGNA RIFONDARE LA VERITA’ SE SI VUOLE RIFONDARE LO STATO”.Scene di Antonia Petrocelli e Gilda Cerullo, costumi Antonia Petrocelli, musiche Di Giovanni, luci Alessandro Pezza, direttore di scena Umberto Pischedda, macchinista Luca Marianelli, fonico Igor Pardini, sarta Alessandra Matera.

Box informazioni:
Il giorno della Civetta
 23-24-25 febbraio alle ore 21,00 Domenica 26 febbraio ore 17Giovedì 1 Marzo ore 17 2-3 Marzo alle ore 21,00 Domenica 4 marzo ore 17
Teatro Parioli Peppino De Filippo Via Giosuè Borsi 20, 00135 – Roma – tel . 06 8073040
Relazioni con la stampa: Maurizio Quattrini tel.338/8485333
maurizioquattrini@yahoo.it

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