Affreschi, fregi, culti, e statue romane divengono al centro di un affascinante progetto artistico, che abbraccia Torino, Napoli e Pompei, nell’ambito della mostra Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano, in programma dallo scorso 5 marzo al Museo Egizio di Torino. Frutto della collaborazione del Museo torinese con due tra le maggiori istituzioni archeologiche italiane, quali la Soprintendenza Pompei ed il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann), l’esposizione presenta un universo composito di testimonianze sull’influenza dell’iconografia dell’Egitto dei faraoni lungo i popoli del Mediterraneo. Dall’intreccio dei lavori e dei contributi delle tre rinomate sedi espositive, si delinea un percorso alla scoperta di culti e motivi iconografici egiziani, che guarda a tempi e spazi lontani, toccando civiltà e culture diverse.
Sullo sfondo del mare nostrum Mediterraneo, il viaggio proposto in mostra unisce l’Egitto faraonico con l’Italia Romana, mettendo in risalto la molteplicità di oggetti e di immagini entrati nel bagaglio di tradizioni e di riti di popoli differenti, e giunti fino ai giorni nostri. Alessandria d’Egitto, la greca Delo, e Pozzuoli, Cuma e Benevento in Campania costituiscono alcune delle tappe principali del percorso allestito presso il Museo di Torino, che getta un ulteriore sguardo di approfondimento su Pompei ed Ercolano. La mostra indaga gli influssi della cultura egizia in Italia durante il periodo romano, nonché i risvolti di tale contaminazione in ambito artistico e nella vita quotidiana, dall’ellenismo all’epoca della Roma imperiale. Si innesta così un intimo legame tra culture, che trae linfa vitale da un dialogo che vuole porre in relazione alcuni reperti egiziani di epoca faraonica con opere dell’età ellenistico-repubblicana ed imperiale, che ne hanno accolto ed interpretato i motivi iconografici in una chiave diversa. L’attenzione sul significato dei simboli e sulla portata evocativa e conservativa di alcuni connotati fondamentali propria di talune immagini apre ad una riflessione sulle linee guida predominanti in ambito spirituale, sociale e politico nelle differenti fasi della storia trattate in mostra. Per l’occasione, in esposizione figurano opere presenti per la prima volta a Torino, come nel caso degli affreschi del tempio di Iside a Pompei o della Casa del Bracciale d’Oro: questi sono solo alcuni dei 300 reperti in allestimento, ricavati dal patrimonio di pitture, sculture e vasellame, e provenienti da una ventina di musei italiani e stranieri.
In particolare, 40 reperti presenti al Museo Egizio di Torno giungono in prevalenza dal tempio di Iside del Museo Archeologico di Napoli. Dal tempio di Iside di Benevento, dal tipico linguaggio faraonico, arrivano ancora alcuni lavori come un Toro Api, un Falco, una Statua di Domiziano, un Sacerdote con canopo, una Cista mistica, una Barca di Iside Pelagia, un Rilievo in stile egiziano, una Statua del Medio Regno, una Statua di adoratrice di Iside. In richiamo alla collaborazione con il Polo Museale della Calabria, trova spazio in mostra anche il Toro corazzante proveniente dal Museo Archeologico della Sibaritide, bronzetto del IV secolo a.C. che simboleggia la città di Thurii.
Per l’iniziativa, la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino si è impegnata per il trasferimento, a sua volta, di due statue isiache a Benevento, insieme a quello di altri reperti egizi a Pompei, destinati a trovare collocazione nella Palestra Grande e nella piramide in ferro e legno dell’architetto Francesco Venezia.
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 4 settembre 2016.
Box informazioni: www.museoegizio.it.
Clara Agostini