Il Teatro di Dioniso di Valter Malosti al Teatro Valle di Roma

Teatro di Dioniso è il nome della compagnia di Valter Malosti, un teatrante a tutto tondo, regista, attore, animatore di una sorta di laboratorio continuo che con un lavoro che si muove tra tradizione e ricerca, dà voce e realtà scenica sia ad autori contemporanei, sia, attraverso una rilettura personale, contaminata dalle arti visive e dalla musica, ad autori del passato. Egli ha la tendenza a evidenziare i risvolti, a scoprire il non detto, le ambiguità dei testi, e dietro i testi della realtà, sempre ponendo al centro della scena il corpo dell’attore, così come faceva il teatro della Commedia dell’Arte.
La monografia di Malosti e del suo Teatro di Dioniso sarà in scena al Teatro Valle di Roma dal 22 febbraio al 9 marzo. Lo spettacolo d’apertura, ne vediamo una scena nell’immagine (foto lepera), è La scuola delle mogli, dal testo di Molière, un’opera che Malosti affronta per la prima volta e rilegge-riscrive musicalmente, passando attraverso il melodramma e le canzoni, e linguisticamente in una lingua contaminata, fatta di poesia, prosa, addirittura di un francese maccheronico, eco della lingua artificiosa dei palcoscenici del Seicento. Ne è egli stesso interprete nella parte di Arnolphe, alias Signore del Ceppo.
La monografia continua con un omaggio, la sera del 7 marzo, a Giovanni Testori, un autore che con la propria lingua magmatica e densa di umori è particolarmente congeniale a Malosti; andranno in scena, in un’unica serata, le schede scritte per un volume sulle Maddalene nella storia dell’arte e il romanzo Passio Laetitiae et Felicitatis, che lo scrittore lombardo scrisse nel 1975, servendosi di una sorta di ibrido linguistico nel quale al dialetto si mescolano il volgare e l’italiano secentesco; anche qui non mancano il melodramma, le canzoni, i suoni, quelli allegri e al contempo struggenti dell’avanspettacolo e quelli ieratici del canto liturgico. Laura Marinoni e Silvia Altrui le interpreti.
Il terzo appuntamento (8 marzo) è con Giulietta Vox, un reading tratto dal racconto Giulietta di Federico Fellini (edito dal Melangolo) con l’adattamento Vitaliano Trevisan. Malosti è regista di quella che definisce «una struggente favola psicanalitica, una favola contemporanea dai toni mozartiani sull’identità frammentata, sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile ed inquietante, una moderna Alice attraverso lo specchio, specchio con il quale si aprono e si chiudono lo spettacolo e il racconto felliniano». Nella parte di Giulietta Michela Cescon.
Per chiudere, la sera del 9 marzo, ancora un classico, William Shakespeare, ma non il tragico, il poeta autore del poemetto Venere e Adone. Un Valter Malosti en travesti, solo sulla scena, al modo dell’attore del varietà, su una piccola pedana semovente veste i panni di Venere, la dea della bellezza e dell’amore, presa in un vortice di insano desiderio e di passione sfrenata per il bellissimo Adone.
Drammatica e ironica al tempo stesso, la rilettura del poemetto erotico-pastorale che il drammaturgo inglese compose nel 1593, è quasi un pretesto, uno spunto o meglio «è un vertiginoso punto di partenza – scrive lo stesso Malosti – per una ricerca sulle variazioni, le declinazioni e le contraddizioni del tema “amore”»; in tal modo il passato si coniuga al presente, si fa contemporaneo. Neppure questa volta mancano i suoni, presi da fonti diverse e lontane nel tempo quali la musica elisabettiana e le frequenze elettroniche contemporanee; sono musiche talvolta armonizzanti e talvolta in conflitto, suggestivo e rivelatore, con il testo.

Mirella Saulini

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.teatrovalle.it
La biglietteria del Teatro Valle (via del Teatro Valle, 21 – 00186 Roma, tel. 06 68803794) è aperta:
dalle ore 10.00 alle ore 19.00 – giorno di chiusura lunedì.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares