Su richiesta dell’agenzia fotografica Getty Images, in occasione del venticinquesimo anniversario della morte dell’Ayatollah Khomeini, il fotografo statunitense John Moore ha svolto un reportage sull’Iran di oggi: gli scatti magistrali, che documentano la vita quotidiana degli iraniani, sono stati effettuati fra la fine di maggio e l’inizio di giugno di quest’anno.
Il fotografo, esperto del Medio Oriente, aveva vissuto a lungo in Pakistan ed Egitto; era inoltre già stato in Iran diverse volte ed in quest’ultima occasione ha avuto modo di cogliere novità e verificare ulteriormente conferme. Nell’ambito delle prime, anzitutto, va sottolineato il conseguimento del visto che ha permesso a Moore di rimanere una settimana nel Paese. Oggi, infatti, sotto la guida del presidente moderato Hassan Rouhani, alcune cose sono differenti rispetto al passato: quando era al potere Mahmud Ahmadinejad, un cittadino statunitense non poteva ottenere il visto di entrata. Relativamente alle seconde, è stato con gioia che il fotografo ha incontrato, ancora una volta, gente entusiasta nel relazionarsi ad un americano e che ha altresì accettato lietamente di lasciarsi fotografare. Si tratta di una vera e propria rarità in Medio Oriente, ragion per cui Moore è in definitiva giunto a conclusione del fatto che l’Iran è di gran lunga il posto in cui è più semplice immortalare persone in strada, entrando a pieno nella loro quotidianità.
L’anniversario della morte di Khomeini, padre della Repubblica Islamica, ha fornito materia viva al lavoro del fotografo: in questa ricorrenza, infatti, numerosissimi sono stati gli individui recatisi in visita alle sue reliquie nelle vicinanze di Tehran, capitale del Paese. Tuttavia, scopo del viaggio non era solo relativo alla celebrazione in sé, ma assai più ampio: Moore voleva giungere nel cuore dell’Iran centrale ed esplorarne la diversità, fra il deserto e le aride montagne, facendo tappa in vari villaggi, altre significative città e siti archeologici dal rilevante interesse e prezioso valore.Per sette intensi giorni il fotografo si è spostato dal nucleo di quella che un tempo fu la pulsante e viva Persia fino alla caotica ed affollata modernità del Paese, esemplificata a pieno dalla capitale, Teheran. Numerose e varie sono state le tappe del suo viaggio, fra le quali ricordiamo le principali nonché più rilevanti: Narin, città nota per l’artigianato e per la sue tipiche costruzioni in mattoni di argilla; Shiraz, cuore della cultura persiana, conosciuta come la culla della poesia iraniana nonché famosa per la sua tolleranza; Persepolis, con le sue altisonanti rovine; Isfahan, vero e proprio museo a cielo aperto della tradizionale cultura iraniana, grazie ai suoi bazaar storici, ai ponti pittoreschi ed alle enormi moschee; Qom, una delle città più conservatrici del Paese e Yadz, considerata dall’UNESCO una delle città più antiche sulla terra.Il viaggio è stato breve ma intenso: le foto hanno indubbiamente fornito agli americani ed a tutti gli osservatori di qualsiasi nazionalità alcune visioni dell’Iran nuove ed inaspettate. Moore è consapevole del fatto che ci sono ancora tante storie da raccontare e da far conoscere. Non a caso, presto farà ritorno in Iran, sulle orme delle opportunità che offre il settore energetico: il Paese è infatti al terzo posto mondiale per il maggior numero di riserve di petrolio.
Michela Graziosi