L’immaginazione fantastica di Jheronimus Bosch si intravede nell’arte del grande Pieter Bruegel, considerato suo legittimo continuatore, e non il solo, tra i pittori contemporanei e successivi, che colsero nell’artista fiammingo una personalità singolare. Dopo le celebrazioni del cinquecentenario della morte, nel segno di due mostre monografiche svoltesi lo scorso anno a Boscoducale, città natale di Bosch, ed a Madrid, Venezia si appresta a dedicare una nuova iniziativa dal prossimo 18 febbraio 2017.
L’esposizione Jheronimus Bosch e Venezia, ospitata a Palazzo Ducale, porterà all’attenzione del pubblico tre principali opere pittoriche dell’artista, conservate nel capoluogo veneto tra lo stesso Palazzo Ducale e Palazzo Grimani, ed oggetto di un recente intervento di restauro. Attorno a queste si sviluppa un quadro di lettura e di interrogativi ancora aperti inerenti alla figura del pittore fiammingo, vissuto tra il 1450 circa ed il 1516 nella città olandese di Boscoducale.
L’indipendenza creativa emerge come tratto distintivo del linguaggio e dell’espressività di Bosch, che sin dai lavori dell’epoca giovanile tiene lontani gli influssi di autori fiamminghi contemporanei. La sua arte si nutre di un insieme di richiami ad un repertorio iconografico di credenze popolari e misteri di origine medievale, con i quali spinge la propria immaginazione satirica fino a visioni di incubo e follia. Lo sguardo sulla realtà resta costante e vigile, segno di una sensibilità naturalistica che Bosch accompagna all’apparenza delle cose ed all’uso del colore.
La mostra in programma a Venezia conta sul contributo dell’umanista e storico Michièl Marcantonio, che nella collezione del cardinale Domenico Grimani nominò tre opere del Bosch, riguardanti tematiche non propriamente identiche a quelle che caratterizzano i dipinti oggi depositati a Venezia. L’individuazione in esse di opere con mostriciattoli, incendi e visioni oniriche si allinea ai gusti dei collezionisti attivi nel capoluogo lagunare ed in altre città del nord dell’Italia. A testimonianza si inseriscono alcune pitture di seguaci del Bosch ancora presenti nelle collezioni veneziane, allestite all’interno dell’esposizione a Palazzo Ducale. Questa includerà la presentazione del contesto del collezionismo veneziano di opere di Bosch “e dintorni” nella Venezia del primo Cinquecento. Infine, alla figura di Domenico Grimani sarà riservato un focus particolare.
Il progetto espositivo è promosso dal MiBACT e dal Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia con il patrocinio del Dipartimento di Culture e Civiltà dell’Università di Verona.
La mostra sarà visitabile fino al 4 giugno 2017. Per maggiori informazioni sull’evento: http://palazzoducale.visitmuve.it/.
Clara Agostini