Anticonformismo e provocazione, ironia e tormento: questi i tratti più caratteristici della vita e dello stile da aristocratico “bohémien” del visconte Henri de Toulouse-Lautrec, celebre artista della Parigi di fine Ottocento. Tra litografie a colori, manifesti pubblicitari e illustrazioni, lo spirito francese del suo tempo rivive nella mostra Toulouse-Lautrec. La Belle Époque, in programma dal 22 ottobre 2016 al 5 marzo 2017 a Palazzo Chiablese a Torino.
La retrospettiva, a cura di Stefano Zuffi, si compone di 170 opere in arrivo dalla collezione dell’Herakleidon Museum di Atene, rappresentative del percorso umano ed artistico di Toulouse-Lautrec pittore, disegnatore e litografo.
Rampollo di un’antica e nobile famiglia di Albi, nel sud della Francia, dove nacque nel 1864, all’età di diciassette anni Toulouse-Lautrec si trasferì a Parigi. Nella capitale francese venne meno alle tradizioni familiari e alle aspettative di una vita da gentiluomo di campagna o di una carriera militare, anche a fronte di una malattia genetica che lo aveva reso fisicamente deforme. Proiettandosi verso l’attività di pittore, iniziò a frequentare lo studio di René Princeteau, per poi diventare allievo di Léon Bonnat e di Fernand Cormon. Presso l’atelier di quest’ultimo, fece la conoscenza di Vincent van Gogh, grazie al quale si avvicinò alla xilografia giapponese.
L’esperienza artistica di Toulouse-Lautrec a Parigi si concentrò soprattutto nel pittoresco e malfamato quartiere di Montmartre, dove l’interesse pittorico fu tenuto vivo dalle smodatezze della vita notturna, ed accompagnato dagli incontri con famose personalità dell’epoca, come il pittore Edgar Degas ed il poeta Mallarmé. Toulouse-Lautrec entrò nel mondo libero e bohémien di artisti ed intellettuali, muovendosi tra circo e Moulin Rouge, caffè-concerto e cabaret. Bar, ristoranti e bordelli divennero una seconda casa, scelti come rifugio prediletto, nonché come spunti d’ispirazione per i temi ed il linguaggio delle proprie produzioni. Si spiegano così la scabrosità dei soggetti delle sue opere, e la passionalità che le contraddistingue, nel segno di una dignità e di una genuinità umana che sopravvivono anche nel vizio, raffigurato quale emblema del contesto storico-culturale della Belle Époque. Le ricerche espressive di Toulouse-Lautrec ruotano attorno ad un tocco di disegno essenziale, rapido e penetrante, che ne fecero uno degli illustratori e disegnatori più richiesti di Parigi. L’artista rimase protagonista nel campo della grafica d’autore fino al termine della sua vita, che si concluse nel 1901 per problemi di alcolismo e per l’insorgere della sifilide, quando l’artista aveva solo trentasette anni.
La mostra a Palazzo Chiablese si struttura attraverso un itinerario espositivo di dieci sezioni, che raccontano la vita e la creatività dell’autore francese, con litografie a colori, manifesti pubblicitari e
pagine promozionali, vignette umoristiche, illustrazioni per giornali e per le riviste «La Revue Blanche» e la satirica «Le Rire», oltre a disinvolti ed immediati disegni a matita e penna. In particolare, spiccano la litografia Jane Avril datata 1893, i manifesti pubblicitari La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893, e l’illustrazione su giornale La Revue blanche, eseguita nel 1895.
All’interno dell’esposizione torinese, l’espressionismo di Toulouse-Lautrec restituisce immagini vivide ed autentiche della Parigi di fine XIX secolo, cariche di una componente personale ed emotiva che il pittore rivela di gestire magistralmente all’interno di forme, colori e spazi racchiusi in tratti lineari precisi e penetranti.
La mostra è promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dei Musei Reali di Torino e di Arthemisia Group, con il patrocinio della Città di Torino.
Box informazioni: www.mostratoulouselautrec.it.
Clara Agostini