Filippo Timi è l’autore e l’interprete, nonché il regista, di Favola, lo spettacolo prodotto dal teatro Franco Parenti, andato in scena martedì 22 novembre al Teatro Quirino-Vittorio Gassman di Roma. Il testo ha un sottotitolo C’era una volta una bambina, e dico c’era perché ora non c’è più; esso sembra voler dire che sono i bambini a credere alle favole e che nel momento in cui cessano di credere, quei bambini crescono e diventano adulti. In realtà non è proprio così, dal momento che anche gli adulti credono alle favole e ci credono non, come appunto i bambini, con la fantasia e lasciandosi andare a un giuoco, ma con la cecità e la caparbietà dell’adulto che racconta favole a se stesso. Fino a quando «la vita ti scova», per usare le parole di don Antonio Barracano, il protagonista del Sindaco del rione Sanità, di Eduardo De Filippo.
Il motivo del disvelamento non è nuovo, né in letteratura né in teatro; colui che fa cadere il velo assume sembianze di volta in volta diverse. La favola di Mrs. Fairytale, la protagonista interpretata da Filippo Timi, che porta la favola nel nome, come un destino, e dell’amica Mrs. Emerald (Lucia Mascino) è quella di due mogli felici, perfette, amate, o così sembra, i cui segreti vengono fuori uno dopo l’altro, uno più pesante e sconvolgente dell’altro fino alla conclusione e al ribaltamento finale. Tutto sotto gli occhi del bravo Luca Pignagnoli, interprete di Ted, Tim e Glenn Stewart.
Quella alla quale Filippo Timi presta la sua interpretazione un po’ stralunata, talvolta drammatica ai limiti dello stereotipo, talaltra ironica e autoironica, è una favola surreale, ambientata nella stanza di un appartamento borghese dell’America anni Quaranta (direttore dell’allestimento è Emanuele Salamanca) nel quale risuonano musiche di film famosi, come Over the rainbow, affidata alla voce di Judy Garland e White Christmas modulata da Bing Crosby. Infatti è Natale, con l’immancabile albero e le luci a intermittenza.
Molti e più o meno palesi sono nello spettacolo i rimandi cinematografici, dal ricordo di Doris Day, la fidanzata d’America divenuta – oibò! – vegetariana, all’abito con la gonna di tulle bianco di Fairytale, più che simile a quello di Grace Kelly nella Finestra sul cortile (i costumi sono dell’Atelier Mej Mej, la direzione creativa di Fabio Zambernardi, i gioielli di Ornamentidautore), al nome del violento marito assente-presente di Fairy, Stan, diminutivo di Stanley, il brutale quanto irresistibile polacco interpretato da Marlon Brando in Un tram che si chiama desiderio. E si potrebbe continuare, ma è un giuoco al quale potranno giuocare gli spettatori.
Giovano allo spettacolo gl’inserimenti video (i contributi sono della Fondazione Cineteca Italiana – Milano; video editing è M. Cristina Redini) di pubblicità dell’epoca: bambole sbarazzine con la coda di cavallo bionda o bruna che cinguettano sulle miracolose qualità di un dentifricio o dell’immancabile saponetta Palmolive.
In conclusione è uno spettacolo da vedere; suo punto di forza è l’interpretazione di Filippo Timi, ma l’insieme è piacevole. Gli spettatori sorridono, ridono addirittura, ma non mancano spunti per coloro che al teatro chiedono soprattutto sollecitazioni a riflettere.
Favola rimarrà in scena al Teatro Quirino-Vittorio Gassman di Roma fino a domenica 4 dicembre.
ORARI SPETTACOLI
Dal martedì al sabato h. 20.45; la domenica h. 16.45.
Giovedì 24, mercoledì 30 novembre h. 16.45.
INFO
botteghino 06/6794585
numero verde 800013616
mail info@teatroquirino.it
Mirella Saulini