La favola di Amore e Psiche; l’amore e l’anima

Dal 16 marzo al 10 giugno 2012, al Museo di Castel Sant’Angelo (Lungotevere Castello, 50), è allestita la mostra “La favola di Amore e Psiche – Il mito nell’arte dall’antichità a Canova”. L’evento è stato organizzato dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della città di Roma, diretta da Rossella Vodret, in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza ai Beni Culturali. I curatori sono Maria Grazia Bernardini, direttore del Museo di Castel Sant’Angelo e, per la parte archeologica, Marina Mattei, curatore archeologico dei Musei Capitolini. La mostra prende spunto dal restauro del fregio di uno degli appartamenti di Paolo III all’interno di Castel Sant’Angelo, che raffigura delle scene prese dal racconto di Apuleio, che per primo mise per iscritto questo mito. Il percorso segue un ordine cronologico. Si parte dall’antichità, per indagare le origini del mito e le sue prime rappresentazioni. Attraverso una serie di oggetti di uso comune, come coppe e gioielli, ma anche decorazioni funerarie e statue, si torna indietro nei secoli e si possono ammirare i due giovani amanti abbracciati, che si baciano, entrambi hanno le ali, di uccello Amore, e Psiche di farfalla. Ma per gli antichi l’amore era anche sofferenza e tormenti, la perdita di se stessi, così, in alcuni gioielli e pietre incise si vede Amore che schiaccia e picchia Psiche, che deve sopportare questi patimenti per poi ricongiungersi al suo amato e costituire così l’identità indivisibile tra umano e divino, tra il sentimento e l’anima, che in greco è appunto psiche. Ma il mito è rappresentato anche nell’arte funeraria, a simboleggiare che l’amore è più forte persino della morte, che sa solo distruggere. Nella sala successiva è mostrato lo straordinario successo che la favola ebbe nel Rinascimento. Si possono ammirare le stampe cinquecentesche della traduzione di Apuleio fatta da Matteo Maria Boiardo, ma anche straordinarie copie a olio e disegni preparatori dell’affresco della Loggia Farnesina, dipinta da Raffaello, in cui il mito è letto in chiave neoplatonica e rappresenta il viaggio dell’Anima che si ricongiunge con Dio (Amore), sintetizzando la cultura classica con quella cristiana, come nella raffigurazione di Psiche, portata in spalla dagli Zefiri fino all’Olimpo. Con la sala successiva, si entra nella parte misteriosa del mito. Infatti, a cavallo tra il ‘600 e il’700, viene valorizzato l’aspetto avventuroso e spettacolare della favola, come nel gusto dell’epoca. Così i quattro dipinti in mostra riproducono tutti la stessa scena: Psiche con una lampada in mano che spia il suo amato che dorme, cosa che le è stata proibita dal dio stesso. E’ l’anima, che cerca la verità e, per questo, deve affrontare molte prove e travagli. Ma è anche la scena perfetta per mettere a frutto la lezione di Caravaggio, con straordinari giochi di luce e ombre. L’esposizione si conclude con il periodo neoclassico, che offre al visitatore la chiave di lettura più semplice, priva di significati allegorici, ma anche più coinvolgente, perché privilegia i profondi sentimenti che fanno da sfondo alla favola. Sensualità, turbamento erotico, affetto, melanconia e tristezza, abbandono e ricongiungimento. Come, per esempio, nell’Amore e Psiche stanti di Canova, con i due fanciulli abbracciati, con Amore che ha la testa teneramente poggiata sulla spalla di Psiche, che gli porge una farfalla che è il suo simbolo, il simbolo dell’anima. Ma anche nella Psiche abbandonata di Giovanni Cappelli, dal cui marmo, traspare una tristezza e una sofferenza che investono lo spettatore. Infine la mostra offre, in una piccola sala, la possibilità di ammirare l’affresco di Raffaello della Loggia Farnesina, attraverso la tecnologia 3D. Questa mostra ha un indubbio valore scientifico e artistico, ma ciò che la rende veramente straordinaria è la possibilità di essere fruita da chiunque, perché tocca corde che tutti possiedono e mostra la meravigliosa complessità dell’uomo, che è fatto, in egual misura, di sentimento e anima.

Box informazioni:
“La favola di Amore e Psiche – Il mito nell’arte dall’antichità a Canova”.
Museo di Castel Sant’Angelo, Lungotevere Castello 50, Roma
Dal 16 marzo al 10 giugno
Info:06 32810 – 6819111
Email: poloromano.beniculturali.it

Patrizio Pitzalis

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