Si è svolto martedì 13 novembre presso il Ministero degli Affari Esteri, il seminario “La lotta al terrorismo nel rispetto dei Diritti Umani”. Terzo appuntamento del ciclo di incontri seminariali denominati “Centralità della Persona e Tutela dei Diritti Umani nel mondo contemporaneo: la promozione dei diritti umani: dalla teoria alla pratica.” Sono intervenuti Caterina Chiaravalloti, magistrato e consigliere giuridico del Ministero degli Esteri, Raffaele Cadin, professore associato di diritto internazionale presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università “La Sapienza” di Roma, Stefano Dambruoso magistrato che ha assunto nel corso del tempo, numerosi incarichi sia in ambito sia nazionale che internazionale nella lotta al terrorismo e dal 2003 è Consulente dell’Istituto internazionale delle Nazioni unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (Barbara Terenzi, Coordinator and Human Rights and Advocay Unit del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo). Tema centrale dell’incontro è stato quello di trovare un punto di bilanciamento ed equilibrio tra la lotta al terrorismo e la salvaguardia e tutela dei diritti umani, connubio che risulta essere non così scontato, poiché lascia aperti una serie di interrogativi le cui soluzioni portano a conseguenze giuridiche di grande rilevanza. Gli eventi dell’11 settembre 2001, che hanno segnato un cambiamento epocale nella percezione della sicurezza e dell’incolumità in territori fino a quel momento considerati immuni da eventi così devastanti, hanno messo in moto un’attività globale di strategia anti- terrorismo. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato nel corso degli anni diverse Risoluzioni (1267/1999; 1373/2001; 1988/2001; 1904/2009; 1989/2011) le quali hanno posto in essere concrete misure atte a contrastare il terrorismo internazionale. Ma il problema preponderante è capire fino a che punto, in nome della lotta al terrorismo, si possano ledere o comprimere i diritti umani. Emblematica in questo senso è stata la risoluzione 1267/1999 che ha posto in essere misure di congelamento di beni di entità fisiche e/o giuridiche sospettate di finanziare organizzazioni terroristiche e ha istituito le Black Lists per l’organizzazione terroristica di Al Qaida. Proprio l ’istituzione delle liste nere ha creato, nel corso degli anni, problematiche giuridiche di coordinamento tra i vari livelli di ordinamenti – il diritto interno di uno Stato, il diritto europeo ed il diritto internazionale. Il punto nodale è che la lotta al terrorismo internazionale non può e non deve giustificare un abbassamento dei livelli di protezione dei diritti umani, rischiando che vengano messi in discussione i capisaldi degli stati democratici e di diritto. Il diritto internazionale ha quindi dovuto reagire a questo rischio cercando nel tempo delle soluzioni e dal 1999 ad oggi sono stati fatti molti passi avendo posto in essere molte più garanzie che nel passato. L’innovazione principale è stata la creazione di una figura terza, indipendente chiamata “Ombudsperson” (mediatore) – Risoluzione 1904/2009 alla quale si rivolgono i soggetti proscritti al fine di ottenere la revisione della propria iscrizione nella lista consolidata concedendo al Comitato 1267 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non oltre 60 giorni per l’emissione della delibera. Prova concreta di tutto questo è stata la fondamentale pronuncia emessa dalla Corte di Giustizia dell?unione Europea relativa al caso Kadi (Kadi II), la quale ha in qualche modo ristabilito un equilibrio tra le esigenze legittime di pubblica sicurezza nelle strategie anti terrorismo e la non meno fondamentale esigenza di salvaguardare i diritti fondamentali ed individuali. Non si può dimenticare che, infatti, nonostante la sicurezza rappresenti un bene di assoluta priorità per ogni cittadino, i diritti inviolabili meritano una centralità ed una tutela di primaria importanza, poichè rappresentano una faticosa e lunga conquista di ogni stato democratico fondato sul rispetto di ogni essere umano e della sua inviolabile ed intoccabile dignità.
Barbara Gallo