La moda innovativa e severa di Krizia

Il modo migliore per ricordare uno stilista è sfogliare le sue collezioni. Mariuccia Mandelli, che come pseudonimo aveva scelto Krizia come il personaggio del dialogo incompiuto di Platone, ha attraversato la storia della moda del ‘900 con temerarietà e un piglio (secondo alcuni) arcigno. È morta alla veneranda età di quasi 91 anni, lo scorso 7 dicembre. Ai suoi funerali a Milano c’erano tantissime persone ma pochi colleghi fatta eccezione per gli eredi di Missoni e Raffaella Curiel. Come ha giustamente sottolineato Beppe Modenese, Presidente onorario della Camera della Moda, il mondo della moda, che sgomita per partecipare all’ultimo party modaiolo, ha disertato il funerale disonorando se stesso. Non sono invece mancati gli apprezzamenti delle più alte cariche istituzionali per il lavoro di un’artista che ha incarnato un’epoca, una città e una visione del mondo. D’altra parte per Krizia la passione per la moda fu così forte che la spinse a lasciare l’insegnamento in una scuola elementare come accadde ad un altro gigante degli anni ’70 l’inglese Vivienne Westwood. Entrambe, assieme ad altre stiliste, sono state delle autentiche pioniere. Avendo alle spalle la rivoluzione di Coco Chanel sapevano bene che la liberazione femminile passava anche dall’abbigliamento. Negli anni in cui Krizia si coalizzava per spostare la moda da Firenze a Milano, Diane von Fürstenberg inventava il wrap dress, il cosiddetto abito a portafoglio. Di quegli anni e dell’amicizia con Mariucci Mandelli ricorda molte cose Laura Biagiotti che, in un’intervista al Corriere della Sera, dice: “La liberazione della donna nasceva dall’interno dell’abito. Mariuccia lo ripeteva sempre Chi ha più tempo per il vestito da cerimonia, da sera? Sono concetti superati. L’abito dell’occasione è finito, ora c’è l’abito per la vita.” In fondo, la moda di Krizia incarnava precisamente il concetto alla base del moderno pret-a-porter: abiti belli, dalle linee rigorose, comodi e soprattutto da portare in tutte le circostanze, senza mai cadere nella banalità. Nei materiali, nei colori e nei tagli amava sperimentare tant’è vero che la stampa americana la definì Crazy Krizia. Rivisitando il suo lavoro, si scopre l’estro creativo di questa milanese d’adozione che amava far altalenare le sue creazioni tra sobrietà ed estro. E proprio perché vogliamo ricordala attraverso il suo lavoro abbiamo scelto come foto di accompagnamento a quest’articolo una splendida creazione della sua ultima collezione fw 2015-2016.

 

Pasquale MusellaKrizia_fw2015

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