La stanza di Elsa Morante rivive in Spazi900 inaugurato a febbraio alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

E’ stata ricostruita, con i mobili originali, la stanza che ha visto nascere molti dei capolavori della scrittrice. Una scrivania, la macchina per scrivere l’ultima stesura di “aracoeli” e i quadri del pittore americano Bill Morrow che la scrittrice ha sempre tenuto nel suo studio e utilizzato per alcune copertine dei suoi libri.

In questo viaggio nell’officina creativa di Elsa Morante anche la biblioteca personale, la sua collezione di dischi, i ritratti della scrittrice ad opera di Carlo Levi e di Leonor Fini, una scelta dei suoi manoscritti che si possono sfogliare attraverso formati digitali, video e apparati multimediali in cui si vede, fra l’altro ‘Elsa Morante’, il film documentario di Francesca Comencini e l’acquisizione del carteggio di oltre 6000 lettere. Grazie alla generosità degli eredi, il nipote Daniele Morante e Cecchi, e a tante altre donazioni si è potuto ricreare le suggestioni dello studio dell’artista.
Una vita non facile, quella della Morante, culminata col tentato suicidio come in un feuilleton letterario che si rispetti, nonostante il talento letterario e il successo, mutuato dall’aura moraviana prima di vivere di luce propria, e culminato con lo Strega del ‘57. L’autrice resta una personalità controversa, dalle molteplici sfaccettature, come si conviene a una grande interprete del ‘900 italiano. È a buon diritto, dunque, che la Biblioteca Nazionale di Roma conserva l’archivio della scrittrice romana. Progetto che è insieme una doppia esposizione permanente e un incubatore culturale volto a riscoprire i fondi archivistici della biblioteca e i grandi della nostra letteratura.La seconda sala, ‘900 in 8 tempi, è un percorso espositivo su poeti e scrittori che hanno segnato il XX secolo da cui prende il via una serie di mostre sulla letteratura contemporanea. Protagonisti Pirandello e D’Annunzio, il Futurismo, Ungaretti e Montale, i Novissimi, con le prose sperimentali di Elio Pagliarani, Alfredo Giuliani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini e Antonio Porta, fino ai grandi della seconda metà del secolo, Pasolini e Calvino. Un percorso in una realtà complessa quale il Novecento letterario italiano, dunque, disomogeneo al punto da annoverare figure controverse, come il vate combattente, 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111fino agli ultimi mostri sacri con cui si conclude il secolo letterario italiano. E non è un caso, forse, che l’anno in cui scompare Calvino, l’85, sia lo stesso della morte della Morante. A unire storie e percorsi tanto diversi il filo rosso dei lasciti custoditi nella Nazionale, dai manoscritti dannunziani ai taccuini segreti pirandelliani; da autentici reperti d’arte, quali il libro imbullonato di Fortunato Depero e la litolatta di Tullio d’Albisola, ai dattiloscritti del ricco archivio pasoliniano.Si tratta di tesori che la biblioteca vuole valorizzare per dimostrare quanto di ancora vivo e vitale vi sia nella nostra letteratura recente, nell’era della fine del libro e della morte della cultura occidentale. Spazi 900 vuole essere la biblioteca del paese, la sua identità, legata al ‘900, intende rappresentare la cultura italiana senza preclusioni, e nello specifico la sua letteratura. La biblioteca conserva i manoscritti dei principali autori. L’idea è stata dunque di costituire un luogo dove i visitatori, semplici curiosi, possano farsi un’idea del nostro patrimonio anche attraverso l’oggetto libro. La parte più importante è l’eredità di Elsa Morante.

Anna Germano

 

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