L’arte e la vita di Frida Kahlo approdano a Roma

Frida kahlo su VogueNel 1938 la fotografia di una delle donne destinate a diventare un’icona del Novecento ed oltre campeggia sulla copertina di Vogue Paris (in foto). Quella donna si chiama Frida Kahlo. Nel 2002 il film Frida di Julie Taymor, con la bravissima Salma Hayek nei panni della Kahlo, contribuisce a far conoscere quest’artista al grande pubblico. Pittrice eclettica, artista nell’arte e soprattutto nella vita, lascerà un segno indelebile nella cultura del suo tempo ed oltre: nella politica, nell’immaginario collettivo, nelle battaglie di anni dopo per l’emancipazione femminile. Le Scuderie del Quirinale di Roma ospitano per la prima volta una mostra dedicata alla sua opera. I quadri e le fotografie di Frida e per Frida, insieme ad alcuni dipinti di suo marito Diego Rivera e di altri artisti coevi, sono in mostra dal 20 marzo al 31 agosto. Seguirà un’altra mostra imperdibile presso il Palazzo Ducale di Genova dal 20 settembre 2014 al 15 febbraio 2015. Chi scrive ha avuto l’onore di assistere all’anteprima dell’esposizione romana, rimanendo folgorato sia dalla bellezza dei capolavori esposti sia dalla ricchezza espositiva della mostra. L’opera di Frida Kahlo e la sua biografia meriterebbero ben altri approfondimenti. Qui ci limiteremo soltanto a tratteggiarne alcune caratteristiche. Innanzitutto l’originalità della produzione artistica pose la Kahlo al di là delle correnti artistiche del primo Novecento. Pur conoscendo in maniera approfondita il surrealismo, il cubismo, il realismo, scelse di non lasciarsi ingabbiare in alcun etichetta o genere pittorico. Dall’inizio alla fine della sua breve attività rifiutò le tradizioni accademiche. D’altronde era diventata pittrice da autodidatta. L’arte di Frida nasceva dal talento, dall’amore e dal dolore. Simboli e cromatismi provenivano dalle culture tradizionali del Messico il paese che, nel 1907, le diede i natali. L’annus horribilis della sua vita fu certamente il 1925, quando rimase gravemente ferita in un incidente mentre era su un autobus che la stava riportando a casa. Da quel momento in poi non solo decise di abbandonare la facoltà di medicina ma si dedicò in maniera esclusiva alla pittura. Il genere nel quale meglio riusciva e che la caratterizzerà come artista con un talento fuori dal comune fu quello dell’autoritratto. Di tutti i passaggi difficili della sua vita burrascosa troviamo testimonianza nei quadri che la raffigurano con il vestito di velluto (1926), le due Frida (1939, in foto), con la collana di spine (1940), con le scimmie (1943), con Diego Rivera nei suoi pensieri (1943), e molti altri ancora. Del Surrealismo ebbe a dire, nel 1944, che era “la magica sorpresa di trovare un leone in un armadio dove si è certi di trovare delle camicie”. In un’intervista rilasciata al Time Magazine nel 1953 dichiarò: “Tutti pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”. Forse è il cosiddetto Realismo Magico la corrente che meglio riesce a contenere l’opera di Frida anche per via delle pesanti influenze degli elementi delle culture precolombiane e ispaniche presenti in tutti i suoi lavori. Indubbiamente la sua vita fu segnata dal rapporto con Diego Rivera, il celebre pittore dei murales, che sposò nel 1929, dal quale divorzio nel 1939 per via del tradimento con Cristina (la sorella di Frida), che risposò nel 1940. Anche Frida ebbe moltissimi amanti, sia uomini che donne. Le sue relazioni ebbero i nomi di alcuni personaggi di primo piano sulla scena culturale e politica dell’epoca: il comunista dissidente Lev Trotsky, il poeta André Breton, forse l’amica fotografa Tina Modotti, l’attrice Dolores del Rio, solo per fare alcuni nomi. Due aborti spontanei, nel 1932 e nel 1934, la ferirono nel corpo e soprattutto nell’anima. Del primo, avvenuto in America, abbiamo testimonianza nel celebre quadro Henry Ford Hospital o Il letto volante. Nonostante la vita turbolenta due aspetti la sorressero: l’amore per Diego Rivera al quale dedicò versi bellissimi (Diego. inizio/Diego. costruttore/Diego. mio ragazzo/Diego. mio sposo/Diego. pittore/Diego. mio amante/Diego. mio ‘marito’/Diego. mio amico/Diego. mio padre/Diego. mia madre/Diego. mio figlio/Diego. io/ Diego. universo/Diversità nell’unità/Perché lo chiamo il mio Diego? Non lo è mai stato, e non lo sarà mai. Egli appartiene solo a se stesso) e la fede incrollabile nel comunismo, tant’è che sul busto di gesso che le cinse il corpo per tanto tempo disegnò un feto, il sole e la luna (simboli del maschile e del femminile), la falce e il martello. Frida morì forse suicida nel 1954. Della sua vita e della sua opera abbiamo ancora molto da scoprire e certamente la mostra presso le Scuderie del Quirinale aggiunge un importante tassello alla conoscenza di questa piccola donna messicana che contribuì a cambiare il mondo attraverso l’arte.            Le due Frida        

Pasquale Musella

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