Dalla Sicilia ove è nato nel 1899, terra che ha suscitato in lui la passione per quelle tonalità che sono state le caratteristiche inconfondibili della sua pittura; alla formazione romana presso la Scuola d’Arte agli Orti Sallustiani e gli incontri con i pittori Emanuele Cavalli, Onofrio Martinelli e Giuseppe Capogrossi; al soggiorno a Parigi, per esperire nuove soluzioni nell’ambito della sua pittura, ove ha frequentato il gruppo degli Italiens de Paris (specialmente Giorgio De Chirico e Filippo De Pisis), ha conosciuto da vicino le opere di Cézanne, dei cubisti (Picasso e Braque) e dei pittori dell’École de Paris; al ritorno a Roma e il legame con la Scuola romana e al gruppo dei cosiddetti ‘tonalisti’ come Giuseppe Capogrossi, Emanuele Cavalli e Roberto Melli; la Seconda Guerra mondiale, i riconoscimenti, le esposizioni e le partecipazioni alle Quadriennali Romane, alle Biennali di Venezia e presso Gallerie private, la stima guadagnata nell’ambiente romano e nazionale; l’evoluzione di stile negli anni ’50 e la sua prima personale oltreoceano a New York. Tutto questo, e ben altro, hanno reso Fausto Pirandello tra i pittori più significativi ed influenti dell’arte italiana del ‘900, motivo per cui dall’8 luglio al 6 settembre cinquanta capolavori saranno esposti alla Estorick Collection di Londra per la prima grande personale nel Regno Unito. La mostra, organizzata in collaborazione con la Fondazione Fausto Pirandello, è curata da Fabio Benzi che ha messo a punto un’accurata selezione di dipinti capaci di sintetizzare l’intero percorso creativo dell’artista dagli anni ’30 agli anni ’50. L’importanza dell’iniziativa nasce prima di tutto dall’esigenza di far conoscere Fausto Pirandello quale presenza centrale dell’arte italiana ed europea, strettamente legato alla figura del celeberrimo padre Luigi, inoltre per la non banale e scontata assonanza che lo avvicina tematicamente e figurativamente, persino stilisticamente, a uno dei maggiori pittori inglesi del secolo, Lucien Freud, nipote di Sigmund il padre fondatore della psicoanalisi. Non a caso tra i tratti distintivi dei due artisti, nonostante non abbiano avuto contatti diretti ed non abbiano influito l’uno sull’altro (in questo risiede quasi il paradosso della loro vicinanza artistica) è rintracciabile quella sensibilità comune verso lo scavo della personalità, la ricerca di una realtà cruda e carnale dagli esiti oggettivi ed impietosi. Ma la peculiarità dello stile di Pirandello risiede nella sua evoluzione: dall’espressività esasperata nelle figure umane, tema prediletto, che vengono definite in una carnalità concentrata sul corpo anziché sulla psicologia, in composizioni di ambiguità spiazzante e dai significati quasi indecifrabili (esempio per tutta la pittura italiana dei primi anni ’40, proprio per quell’espressionismo drammatico in grado di diventare una bandiera di antifascismo antiretorico ed esistenziale); all’influenza parigina che conferisce alla sua pittura un carattere surreale pur nella costante, definizione di uno scabro reale e di una tecnica molto attenta alle stesure spatolate del cubismo; agli anni ’50, sintesi di un percorso autonomo che vede la sua pittura alla ricerca di una nuova definizione in cui si avverte molto forte il riferimento a una sintassi cubista nelle tassellature del colore e nelle composizioni in cui il dato narrativo perde via via importanza, fino a giungere, attraverso deformazioni di tendenza espressionistica, a originali soluzioni formali a mezzo tra astrazione e figurazione. Questa è l’arte di Fausto Pirandello, le cui opere saranno presenti nelle mostra londinese. Figureranno capolavori di grande rilevanza storica, tra cui ‘Composizione’ (1928), ‘Donne con salamandra’ (1928-30), ‘Interno di mattina’ (1931), ‘La pioggia d’oro’ (1933), ‘Palestra’ (1934), ‘La scala’ (1934), ‘Donne che si pettinano’ (1937), ‘Bagnanti’ (1938), ‘Le indossatrici'(1945), ‘Befana a piazza Navona’ (1951), ‘Attraverso gli occhiali’ (1953-54), ‘Bagnanti sulla spiaggia’ (1961).