Si sa, Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza e l’arte, in quanto atto creativo per eccellenza, ne è la continua riconferma. A ricordarcelo è, questa volta, l’artista statunitense Christo Vladimirov Yavachev (Gabrovo, 1935), dimostrando che è possibile camminare sulle acque, proprio come Cristo.
Bulgaro di nascita e formazione, dal 1956 Christo ha intrapreso un lungo viaggio verso ovest che, dopo Praga, Vienna, Ginevra e Parigi, lo ha condotto, nel 1964, a New York, dove ha vissuto e lavorato assieme a Jeanne-Claude Denat de Guillebon (Casablanca, 1935 – New York, 2009), sua compagna di vita e d’arte dal 1960. La coppia di artisti è riconosciuta fra i massimi rappresentanti della Land Art, ovvero l’arte di intervenire, temporaneamente e con rispetto, sulla natura (sorta proprio negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni ’60). Segno distintivo dei progetti del duo è l’impacchettamento, per mezzo di teli e corde, di spazi urbani e aperti, come la valle delle Montagne Rocciose (Valley Curtain, 1970-’72), le isole della baia di Biscayne a Miami (Surrounded Islands, 1980-’83), il Pont Neuf di Parigi (1985), il Reichstag di Berlino (1995) o il Central Park di New York (The Gates, 2004-2005). Dopo la morte di Jeanne-Claude (2009), Christo ha portato avanti la sua attività, realizzando opere non meno notevoli e impegnative, come la più recente, The Floating Piers (i pontili galleggianti), che coinvolge il nostro Lago d’Iseo.
Dal 18 giugno al 3 luglio 2016, 70.000 metri quadri di tessuto giallo-arancione, sostenuti da un sistema modulare di pontili galleggianti (larghi 16 m e alti 50), costituiscono un percorso pedonale gratuito che permette ai visitatori di camminare sull’acqua, a qualsiasi ora del giorno e della notte. L’installazione si sviluppa da Sulzano a Monteisola (Peschiera Maraglio) e approda all’isola privata di San Paolo, per un totale di circa 4,5 Km e, alla fine dei 16 giorni previsti, verrà interamente rimossa e sottoposta a un processo di riciclaggio. Concepito negli anni ’70 assieme alla moglie e dedicato alla sua memoria, il progetto è stato portato a compimento dall’artista negli ultimi due anni e, in pochissimi giorni, ha riscosso un esplosivo consenso da parte del pubblico, registrando già oltre 450 mila visitatori.
L’entusiasmo non è tuttavia condiviso all’unanimità. Vittorio Sgarbi definisce l’opera un “pontile verso il nulla”, vedendo forse nella folla che vi cammina un gregge di pecore (o di capre) guidato da un pastore ormai privo di ispirazione. Non meno duro è il giudizio critico di Philippe Daverio, il quale, pur riconoscendone “la funzione aggregante”, ne parla come di “un’alternativa spiritosa alla sagra del ravanello o della lumaca gialla”. Altre polemiche riguardano invece le spese pubbliche relative alla gestione del pontile. Lo scorso lunedì, infatti, il Codacons ha depositato un esposto alla Corte dei Conti della Lombardia, al fine di indagare sul peso economico che la passerella sull’acqua rappresenta per i cittadini: “Dalle ambulanze ai soccorsi, dalle evacuazioni al blocco dei treni, passando per la gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico, la passerella ha determinato spese a carico degli enti e delle istituzioni locali. Si tratta di costi che gravano interamente sulla collettività, e che potrebbero rappresentare uno spreco di risorse pubbliche”.
La prodigiosa installazione di Christo sembra essere presa alla leggera soltanto sui social networks e, in particolare, su Facebook, dove circola un post che declama: “Christo farà la Salerno-Reggio Calabria sul mare in 15 giorni”. In occasione della chiusura del 3 luglio, è stato persino organizzato l’evento “Cristo su Christo”: tutti i partecipanti sono invitati a percorrere il pontile travestiti da Gesù. Non è escluso che l’artista sperasse proprio in questo tipo di riscontro: camminare sull’acqua richiede infatti leggerezza, una leggerezza che solo ’arte può restituire alla vita.