L'isola degli schiavi

Barca mareHa chiuso la stagione del Teatro San Paolo la nuova produzione della Compagnia dei Borghi con «L’isola degli schiavi» di Marivaux, in scena dal 15 maggio al 9 giugno. La regista e interprete Ester Cantoni ha rivestito la pièce con le musiche originali di Bruno Ilariuzzi. I movimenti coreografici di Andrea Spina e le scene e i costumi di Clara Surro, hanno seguito e segnato l’interpretazione degli altri performers in scena: Patrizia Grossi, Marco Cavallaro, Giuseppe Renzo e Cristina Golotta. Cade l’arroganza dei padroni e il rancore degli schiavi! Quando il padrone, impaurito, non è più detentore del potere, vigliaccamente afferma: «Io ti bastonavo per il tuo bene». Ma il servo, ora potente, con rabbia e disprezzo risponde: «Volete vedere il segno del vostro amore sulle mie spalle?». I ruoli, qui, si capovolgono. I servi saranno liberi di vendicarsi dei torti subiti e i padroni sperimenteranno quali mali si patiscono in schiavitù. L’opera, resa molto nota in Italia da una celebre edizione di Strehler, venne rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1725. Il teatro, anche in questa occasione, diventa luogo ideale per mettere in scena il sogno di un mondo migliore, giusto. L’opera racconta le disavventure di una coppia di padroni Ificrate ed Eufrosina, e dei loro rispettivi servi, Arlecchino e Cleantina, scampati miracolosamente a un naufragio, che si ritrovano su un‘isola con regole alquanto bizzarre. Tra risate, crudele sarcasmo, dialoghi brillanti, piccole tragedie e scambi di ruoli, il pubblico del Teatro San Paolo, si è trovato coinvolto in questa divertente avventura, che ha aperto numerosi spunti di riflessione sul vero animo umano e sui suoi condizionamenti sociali. L’isola degli schiavi è uno straordinario e commovente percorso di umanità. In scena tutto il ‘700 di Marivaux con la perfezione del suo meccanismo narrativo, il ritmo del suo recitativo, il suo continuo gioco di teatro nel teatro, e naturalmente la sua musicalità. L’autore francese, sinonimo di musica, ha ispirato la Cantoni, a arricchire lo spettacolo di momenti musicali. Opera attuale, intelligente e profonda, all’insegna del rispetto umano, della ragionevolezza, della solidarietà e soprattutto della democrazia. Sotto le maschere, le battute graffianti e i giochi di ruolo. Risate e riflessioni sulla condizione umana. Tutti sulla stessa isola: comandanti e comandati, uomini e donne. I soprusi, le vendette, le arroganze e le furberie sono oltre quest’isola. È un luogo-spazio senza tempo; l’azione scenica prende il via da un tema quanto mai attuale: la necessità di un superamento della prospettiva particolaristica e unilaterale alla quale oggi ogni individuo, categoria sociale, gruppo culturale, religioso, sembra non saper e non voler rinunciare. Uomini con limiti. Basterebbe semplicemente uno sguardo «allargato». L’isola degli schiavi, e siamo tutti sulla stessa barca, è il luogo del capovolto possibile.

Veronica Meddi

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