Se è vero, come sostengono gli antropologi, che l’Oriente è un luogo dell’immaginazione prima ancora di essere un’area geografica e culturale ben definita, quello spazio ad est insomma nel quale prende vita, forma e coloro l’Altro, lo sconosciuto, l’inedito che rompe la nostra visione ipostatizzata del mondo, si può dire allora che l’arte di Henri Matisse si è nutrita di quell’alterità come via d’uscita dalla rappresentazione pittorica intimista tipica dell’Ottocento. L’artista francese che, insieme a Pablo Picasso, è considerato il pittore più influente del Novecento spinse il suo sguardo altrove – ecco il senso del suo Oriente che lo fa assomigliare agli etnologi contemporanei – allo scopo di arricchire l’ispirazione alla base della sua produzione artistica. La Mostra Matisse Arabesque, ospitata presso le Scuderie del Quirinale dal 5 marzo al 21 giugno, raccoglie quel pezzo di produzione matissiana meno noto al pubblico e agli stessi storici dell’arte che solitamente insistono sui temi della danza e del cromatismo furente in linea col fauvismo dell’epoca. In mostra troviamo 90 opere tra dipinti, disegni e anche costumi di scena che Matisse disegnò per il balletto Le chant du rossignol messo in scena nel 1920 dalla compagnia di Sergej Diaghilev con musiche di Stravinsky e coreografie di Massine. Sono confluite, in questa mostra bellissima curata da Ester Coen, opere provenienti dai più prestigiosi musei del mondo come il Puškin di Mosca e l’Ermitage di San Pietroburgo nonché da collezioni private. Il percorso espositivo parte con la monumentale natura morta ‘Gigli, Iris e Mimose’ del 1913 e prosegue con i lavori ispirati al primitivismo. I colori si scuriscono e i segni diventano semplici, geometrici, essenziali come nel ‘Ritratto di Yvonne Landsberg’, ‘Angolo di tavola’ (in fotografia), ‘L’Italiana’, la ‘Ragazza con copricapo persiano’, le ‘Tre sorelle’. Sopraggiungono le suggestioni nipponiche con due dipinti intitolati ‘Ramo di Pruno su fondo verde’ e ‘Fruttiera ed edera in fiore’. Il mondo del Mediterraneo con i suoi colori sorprendenti è presente in ‘Zohra sulla terrazza’, nei paesaggi di ‘Pervinche – Giardino marocchino’, ne ‘La Palma’. A chiudere la mostra c’è un capolavoro come ‘Pesci rossi’. Nell’intensa ricerca artistica di Matisse, raccontata puntualmente dalla mostra, ritroviamo la sua ferrea volontà di essere autonomo rispetto alle principali correnti pittoriche del suo tempo, in particolare dal cubismo. La modernità di questo pittore forse risiede proprio nell’avere spinto la sua arte in territori così diversi e distanti, quell’Oriente di cui si diceva in apertura e che si estese dal Marocco al Giappone passando per la Russia, allo scopo cogliere estetiche inedite alla raffigurazione pittorica tradizionale.
Pasquale Musella
Box informazioni:
Matisse. Arabesque
Via XXIV Maggio, 16 Roma
Dal 5 marzo al 21 giugno 2015
www.scuderiequirinale.it