Mario Antinolfi. Comprendere la lezione dei maestri

Abbiamo avuto l’occasione di “conversare” con un vero teatrante, una persona che mangia, respira e vive il teatro. Ecco a voi, lettori, le sue riflessioni.Mario Antinolfi è un grande esperto di teatro, ne conosce perfettamente tutte le espressioni e le forme. In questi giorni sta riportando in scena una grande classico di Eduardo De Filippo e noi di Eventi abbiamo approfittato di un po’ del suo tempo per parlare con lui dell’arte del palcoscenico. Innanzitutto gli abbiamo chiesto cosa sia per lui il teatro e abbiamo ricevuto una risposta chiara e netta. Di certo non è solo un mestiere ma piuttosto un bellissimo e dolcissimo “vizio”, fatto di amore, emozione, passione adrenalina, che ti fa stare bene solo quando calchi le sue assi e sei a contatto diretto con il pubblico. Sul palco si può dimostrare il proprio valore e trasmettere ciò che si ha dentro, aprendo la mente e il cuore di chi guarda e lasciandovi qualcosa di sé. Non potevamo, poi, non parlare dell’importanza della tradizione partenopea nella storia del teatro italiano. Secondo Antinolfi, chiunque si accosti a questo mondo, deve tenere presente la lezione napoletana e deve studiarne i grandi personaggi, Salvatore Di Giacomo, Antonio Petito, Raffaele Viviani, Eduardo De Filippo, ma anche i grandi interpreti, Titina e Peppino De Filippo, Nino Taranto, Pupella Maggio, Regina Bianchi e, inoltre, tutti quelli che hanno portato il teatro napoletano al cinema come Totò e Massimo Troisi. Questi interpreti sono la storia dell’arte scenica italiana e hanno il merito di averla esportata in tutto il mondo. Ognuno di questi giganti ha lasciato qualcosa ai posteri, un bagaglio significativo di emozioni, sentimenti e valori, di cui ogni attore deve saper approfittare secondo le sue capacità e inclinazioni. Tra questi maestri, Mario Antinolfi sente maggiormente vicino a sé il grande Eduardo De Filippo, la cui lezione è stata per lui fonte d’ispirazione, rielaborata dalla sua vena creativa. Molti grandi classici di quest’artista sono stati portati in scena da Mario, per raccontare una Napoli moderna e attuale, fatta non solo di spaghetti e mandolino ma anche di valori sani espressi dal popolo, cui Antinolfi sente con fierezza di appartenere. Mario è una personalità davvero poliedrica nell’ambito teatrale, è regista, produttore, sceneggiatore, insegnante e attore ma tra tutti questi ruoli fantastici, predilige quello della regia. Lo spirito della creazione s’impossessa di lui quando dirige una messa in scena; partendo da un testo scritto, analizzandolo e interpretandolo secondo la sua sensibilità, ricerca il vero significato delle parole e delle situazioni immaginate dall’autore, le rielabora senza snaturarle, tenendo fede al messaggio originale e cambiando magari il mezzo di comunicazione, utilizzando altre forme artistiche oltre alla recitazione. Nella Filumena Marturano che sta mettendo in scena ora, per esempio, si avvale anche della musica e della danza. Abbiamo colto l’occasione per analizzare anche lo stato attuale del teatro italiano e le sue prospettive future. Mario ha una lunga esperienza di organizzatore e produttore e si sente costretto a esprimere tutto il suo rammarico e la sua delusione per il relegamento del teatro a forma d’arte di second’ordine. Mancando il sostegno delle istituzioni, esso si è trasformato in fenomeno “di nicchia”, rivolto agli addetti ai lavori e a pochi cultori. L’Italia ha una grande tradizione in questo campo ma oggi l’unico media importante è la televisione, i cui messaggi, spesso, sono tutt’altro che educativi e cadono nel grottesco. Antinolfi spera, da vero teatrante, che il ruolo di persone come lui sarà in futuro sempre più apprezzato e possa aiutare a far stimare l’arte in generale e il teatro in particolare. Infine, abbiamo dato spazio all’opera che sta mettendo in scena in questo momento, la più famosa e amata di Eduardo De Filippo. Scritta in soli tre giorni per la sorella Titina e basata su un fatto di cronaca, pone, per la prima volta, una sola donna al centro dell’azione: l’ex prostituta Filomena Marturano. I valori familiari e di autoriscatto, espressi dalla protagonista, sono, forse, autobiografici giacché lo stesso De Filippo era figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta. In questa nuova messa in scena, Antinolfi cerca di amplificare i sentimenti e le emozioni attraverso la sinergia di diverse forme d’arte.
La danza evidenzia gli stati d’animo dei due protagonisti, Filomena e Domenico, senza però stravolgere le intenzioni dell’autore. Del resto, il personaggio protagonista
è uno tra i più riusciti della storia del teatro; Filomena è un’ex prostituta, costretta a vendere il suo corpo per non gravare economicamente sulla famiglia, De Filippo,
alternando momenti di grande commozione ad altri più leggeri, tipici della commedia partenopea, racconta la sua incredibile vicenda. L’opera, inoltre, offre l’occasione
di avvicinarsi al napoletano di Eduardo, non un semplice dialetto, ma una vera e propria lingua, musicale e armoniosa, accessibile a tutti e diversa da tutto.

Patrizio PitzalisMario_2_Light

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