Un punto di incontro e di arricchimento fra passato e presente, un dialogo costruttivo e creativo che mette in relazione gli spazi pubblici e la “street art”, fino a poco tempo fa incompresa o addirittura malvista dai più “conservatori”: accade oggi, in Italia, grazie ad una manifestazione che, giunta alla sua terza edizione, sta raggiungendo un numero sempre maggiore di consensi.Il progetto “Memorie Urbane”, nato nel 2011, ha voluto dare risalto e piene facoltà espressive all’arte di strada, viva e dinamica forma di quella contemporanea, ponendola in contatto con una porzione del nostro territorio nazionale denso di storia e ricco di paesaggi incantevoli, al fine di creare una sinergia totale.Le prime città ad essere investite da questa ondata di arte e di colori sono state Gaeta e Terracina; ora, la location continua a coincidere col litorale pontino, noto come la Riviera d’Ulisse, carico di suggestioni naturalistiche e di memorie storiche.L’arte di strada è oramai divenuta una costante della nostra vita e delle realtà cittadine che ci circondano, guadagnandosi un enorme consenso, in particolare da parte dei più giovani; ha inoltre cambiato il nostro modo di pensare, le nostre percezioni stesse del concetto di arte. Ma soprattutto, uno dei suoi grandi meriti, è stato quello di aver donato nuovi volti a quelle porzioni di paesaggi urbani degradate e dimenticate.Obiettivo principale del festival è dunque quello di dare dignità e piena operatività a questa forma di arte contemporanea facendo in modo che possa fornire nuova bellezza e risalto a quegli spazi delle città che troppo spesso sono trascurati dalle istituzioni e dai cittadini, rimanendo abbandonati a se stessi. In tante altre parti del mondo, infatti, è stato possibile riscoprire luoghi dismessi proprio grazie a questa forma di arte contemporanea, che si è distinta come uno strumento potente di riqualificazione e coesione in molte città estere.Al laboratorio artistico di questa terza edizione prendono parte, oltre alle solite Gaeta e Terracina, anche Formia, Itri e Fondi; a conferma dell’internazionalità dell’evento, sono giunti ben ventidue artisti da tutto il mondo che l’Italia ancora non aveva mai ospitato.Emblematico il titolo dell’iniziativa nonché condensatore del suo spirito che si muove in un rapporto di continuità con il patrimonio artistico-culturale e storico preesistente: nell’innovazione che guarda frenetica ed entusiastica al futuro, infatti, è necessario ricordare e perpetuare le radici ed il passato. La manifestazione si propone inoltre di porre nuove basi ad un turismo dinamico ed internazionale nel Basso Lazio, proprio grazie all’apertura a questa produzione culturale ed artistica dal sapore cosmopolita. Non a caso, nel sito dell’evento, si legge: “Coltivare l’arte per rendere fertile il nostro territorio”.
Michela Graziosi