Modigliani: spirito indipendente tra il cosmopolitismo artistico e culturale parigino

Amedeo Modigliani e la sua pittura novecentesca, che tanto ha concorso alla sua accezione di “artista maledetto”, vengono celebrati alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, nella mostra curata da Jean-Michel Bouhous. Inaugurata lo scorso 14 marzo, proseguirà fino al prossimo 12 luglio.Renee

L’esposizione si compone di circa novanta opere, tra le quali figurano sessanta capolavori provenienti dal Musée National d’Art Moderne – Centre Pompidou di Parigi, e da alcune delle maggiori collezioni pubbliche e private d’Europa.Accanto alla figura di Modigliani, un ampio sguardo è rivolto all’atmosfera culturale della Parigi del primo dopoguerra, all’epoca della fioritura della École de Paris, una corrente artistica portata in auge da un gruppo di artisti, per lo più esuli ebrei, perseguitati nel loro paese d’origine. A caratterizzarli, la completa simbiosi tra arte e vita, la forte personalità espressiva e la dissolutezza della condotta di vita.Una prima sezione della mostra prevede opere tratte dal Centre Pompidou, con alcuni ritratti di Modigliani aventi per soggetti amici, amanti e mercanti, come i ritratti di Soutine, Jeanne Hebuterne, il Giovane ragazzo rosso, La ragazza rossa. Si palesa già da questi un’estrema sintesi artistica quale elemento distintivo dello stile di Modigliani, che identifica i personaggi sulla base di pochi dettagli, come vestiti e capigliature. L’iniziale corpus di opere è messo in confronto con il ritratto di Modigliani realizzato da Andrè Derain e con Gotine rosse dipinto da Giovanni Fattori, che è parte delle collezioni della GAM.

MostraModigliani

Seguono cinque sezioni dedicate alla rappresentazione del fervore artistico parigino, in ambito pittorico e scultoreo. Modigliani viene proiettato nel cosmopolitismo della Bohème che anima la capitale francese: diventa testimone dei movimenti ufficiali delle avanguardie artistiche che vi ruotano attorno, traendone solo ispirazione da lontano, in virtù della propria indipendenza. Dalla scultura di Costantin Brancusi, presso il cui atelier Modigliani lavorò a lungo, ereditandone la predilezione per le curve ampie ed armoniose in campo anatomico, la mostra procede con alcune opere di artisti attivi tra Montmartre e Montparnasse, come Chaim Soutine, Marc Chagall e Mautrice Utrillo, fino a proporre opere del cubismo, del quale Modigliani condivise il processo di schematizzazione e l’attenzione per l’arte primitiva e l’arte africana. Testimonianze artistiche del maestro livornese vengono qui esposte insieme ad altre di impronta cubista, realizzate da Gino Severini, Pablo Picasso, Juan Gris, Louis Marcoussis e Léopold Survage, solo per citarne alcuni.Al centro dell’ultima sezione espositiva dedicata alla vitalità artistica ed intellettuale di Parigi del primo Novecento si colloca il Ritratto di Dédie del 1918: capolavoro del Modigliani ed emblema dell’umanesimo parigino del periodo, sulla sua scia trova spazio la successione di ritratti di artisti come Marc Chagall, Max Jacob, Sonia Delaunay, e Susanne Valadon.Il genio di Modigliani si fa ponte tra correnti artistiche e culturali estremamente varie e ricche in Europa agli inizi del ventesimo secolo, pur risaltando tra queste per la personale indipendenza di spirito e di stile. La mostra rileva il ruolo rinnovatore dell’artista livornese nell’orizzonte pittorico moderno, nonostante la breve carriera e lo scarso successo conseguito in vita.

 

Clara Agostini

 

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