Cala il sipario sulle Paralimpiadi di Rio 2016, un’edizione che resterà impressa per i risultati da record ottenuti dall’Italia. Considerando che le Paralimpiadi (a differenza delle Olimpiadi) sono diventate universali solamente nelle ultime edizioni, il risultato italiano a Rio 2016 assume contorni ancora più brillanti e significativi: i confronti con le Paralimpiadi dello scorso secolo (quando l’evento era considerato un evento minore al quale partecipava un numero limitato di Paesi e atleti) sono evidenti poiché il bottino brasiliano supera nettamente tutti quelli registrati da Sydney 2000 in poi. Un risultato che è anche il frutto del grande lavoro svolto dal presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP) Luca Pancalli uomo di sport e grande atleta del passato. La nazione che ha vinto più medaglie è la Cina che ha dimostrato come sempre di essere irraggiungibile e un passo avanti alle altre; al secondo posto troviamo la Gran Bretagna (che come le Olimpiadi dei normo dotati) si è migliorata molto anche a causa dell’assenza dell’intera squadra russa. Il risultato certamente più sorprendente è stato quello dell’Ucraina (nonostante la difficile situazione nel paese) è passata dalle 84 medaglie di Londra alle 117 di Rio; il successo è dovuto anche all’impegno che l’Ucraina ha sostenuto attuando un programma particolare che promuove l’attività agonistica per i disabili a partire dalla riabilitazione e nello specifico grazie alla diffusione di centri sportivi fornite di adeguate attrezzature. Il bilancio finale per l’Italia è di 39 medaglie: 10 ori, 14 argenti e 15 bronzi. Un incremento di 11 podi rispetto a Londra 2012 e la nona posizione nel medagliere finale fanno ben sperare per le prossime di Tokyo 2020. Il movimento paralimpico italiano funziona e può festeggiare per il tanto atteso traguardo della doppia cifra negli ori. A trascinare la spedizione azzurra è il nuoto con ben 13 podi (di cui 4 di Federico Morlacchi); 12 tra handbike e ciclismo (lo strepitoso Zanardi ottiene 2 ori e un argento); l’atletica 6 medaglie (oro della portabandiera Martina Caironi e Assunta Legnante); mentre portano 2 medaglie a testa sport come scherma (oro Vio e bronzo nel fioretto femminile), arco (argento Simonelli e bronzo la coppia Airoldi- Mijno), triathlon (argento Simonelli e bronzo Achenza) e non da meno il tennis tavolo ( 2 bronzi Giada Rossi e Amine Kalem). L’Italia ha dimostrato altamente competitiva in quasi tutte le discipline nelle quali era presente Tra certezze da parte dei grandi (Zanardi in primis) e novità come Vio e le medaglie nel triathlon (al suo esordio come disciplina olimpica) l’Italia è pronta e noi con loro per Tokyo 2020.
Noemi Deroma