“Nonsolopane” mi verrebbe da dire pensando alla splendida Altamura. Non solo pane perché oltre all’esportazione del D.O.P all’interno delle Alte Mura megalitiche c’è un pullulante cuore commerciale e una ricca storia fatta a strati sopra i quali sorgono le ultime testimonianze di chiese e monasteri.
E’ in una di questi,nel Monastero di Santa Chiara che sorge l’omonima pasticceria dove mani sapienti e una tradizione secolare danno vita ad una segreta dolcezza. Anche se di dolcezze ce ne sono molte e tutte particolari nella loro semplicità e qualità delle materie prime. Dall’Amaretto all’Amarascata, dal Bocconotto al Mandorlato, dal Mustacciuolo al Nocciolotto del monastero e questi solo per citarne alcuni. Le mani sapienti sono quelle delle Clarisse che portano avanti una tradizione iniziata nel 1680 quando due Clarisse, 17 novizie coriste e due convesse misero piede nel Monastero e seguendo il motto benedettino dell”Ora et Labora” iniziarono a “guadagnarsi il pane” proprio con i dolci che inizialmente erano alla mandorla insieme alla produzione delle ostie sacre e poi con il tempo si perfezionò la produzione fino ad arrivare ai giorno nostri dove il laboratorio si è arricchito di moderni macchinari e di sempre nuove braccia oranti e lavoranti. All’interno avviene quello che per i credenti si chiama miracolo dove l’anima contemplativa trova le ragioni della propria offerta anche nell’umile e necessario lavoro di cucina.
E’ un cuor solo e un’anima sola e nessuna di loro dice propria qualunque cosa. Tutto, invece, è posseduto in comune. Questo miracolo è frutto di voti: Povertà, Castità, Obbedienza, Clausura anche se quest’ultima è leggermente infiltrata dalla luce delle grate dove spesso le persone che cercano conforto avvicinano le Clarisse anche solo per una preghiera.
Questi dolci sono anche tra i ricordi di un morente Garibaldi e del Re Vittorio Emanuele II, quando Francesco Chieco, patriota garibaldino volle portarli sul letto di morte proprio all’eroe dei due Mondi e trovò nella casa torinese il suo re che gustò le dolci golosità delle Suore di Altamura.
L’obiettivo della Pasticceria è quello di diffondere e tramandare la tradizione dei dolci secchi strettamente legata al monastero e ovviamente perpetuare l’artigianalità che per le suore significa anche decoro, ricamo, pizzi e merletti che lasciano a chi le visita il senso del “senza tempo”. Un luogo quasi fermo al 1600 ,estemporaneo, che conserva una ricca e dolce tradizione. Un micromondo con la sua economia e i suoi segreti svelati per rinnovarsi nel futuro delle genti!
Box informazioni:
Via Santa Chiara, 7
Altamura (BA)
Tel: 080 316 0511
Email: info@pmsc.it
www.pmsc.it
Michela Cenci