La mostra ospita oltre quaranta tra dipinti e disegni e nasce da un incontro tra Pietro Ingrao e Alberto Olivetti dove i due abbandonano i rispettivi ruoli di personaggio politico, esponente dell’ala sinistra del Partito Comunista Italiano, e del professore di Estetica.
Il progetto racconta un periodo e un rapporto di amicizia attraverso una produzione pittorica rigorosa e lucida, in cui emerge una particolare “sospensione” in cui le vicende e le inquietudini personali si intrecciano dando origine ad un’unica narrazione.Legato ad Ingrao per ragioni culturali ed affettive, vuole rendere omaggio alla sua vita e alle sue opere. All’interno della mostra è presentata anche un’inedita documentazione, messa a disposizione dalla famiglia, di fotografie della sua casa natale e dei luoghi dell’infanzia, corrispondenze, appunti e scritti, nonché un archivio relativo al suo mondo privato e familiare.Il titolo “Per un ritratto di Pietro Ingrao” allude al duplice senso racchiuso nel termine “ritratto”: restituisce la fisionomia individuale del soggetto in posa – Ingrao nelle opere di Olivetti – e, allo stesso tempo, fa riferimento a una dimensione d’ordine spirituale e morale. Le opere concorrono a delineare un ritratto del mondo di Pietro Ingrao negli anni in cui l’uomo politico rende pubblica la sua costante ricerca poetica. Infatti, è proprio nell’estate del 1984 a Lenola, in provincia di Latina, che Olivetti ritrae Ingrao mentre lavora alla sua prima raccolta di poesie, Il dubbio dei vincitori (Mondadori, 1986) dando origine a una prima serie di opere. Un secondo corpus di lavori, composto da nove tavole a olio, trae ispirazione dalla seconda raccolta di poesie L’alta febbre del fare (Mondadori, 1994).La mostra si compone di una serie di nove ritratti di Pietro Ingrao di grandi dimensioni acrilico su carta riportata su tela, eseguiti tra giugno e ottobre del 1984 a Lenola; diciotto studi preparatori e quattro ritratti acrilico su carta di minor dimensione, studi legati alla realizzazione dei ritratti maggiori; una serie di nove olii su tavola relativi a nove componimenti poetici raccolti in Pietro Ingrao. L’alta febbre del fare. Presentati, inoltre, quattro ritratti: i primi due eseguiti nel 1984, raffigurano Civita Colantone, tata di Pietro Ingrao, alla quale è dedicata una delle nove poesie citate. Un terzo ritratto (olio su tavola), realizzato a Ginostra nel 1981, rappresenta Rossana Rossanda, interlocutrice assidua di Ingrao e coautrice del volume Appuntamenti di fine secolo. Il quarto ritratto raffigura Franco Fortini, autore con Alberto Olivetti e Gianni Scalia del volume Conversazione su Il dubbio dei vincitori.Le opere sono accompagnate da una serie di fotografie inedite eseguite da Sergio Castellano, che ritraggono Olivetti e Ingrao nel corso delle sedute di posa nello studio allestito a Lenola nel 1984, restituendo gli ambienti e le luci della casa natale. Infine, fogli di corrispondenza, appunti e manoscritti costituiscono materiale di approfondimento per acquisire una coscienza intima e diretta dell’uomo, mentre pubblicazioni rilevanti evidenziano l’opera dell’intellettuale e del politico.In occasione della mostra sarà pubblicato un volume, edito da Ediesse, con testi di Rossana Rossanda e Silvia Litardi, e una conversazione sulla poesia tra Pietro Ingrao e Alberto Olivetti.
Anna Germano