La Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma (GNAM per gli affezionati) ospita dal 31 ottobre 2014 al 15 febbraio 2015 la mostra che ha l’obiettivo di esaltare un periodo molto vivace per la sperimentazione artistica italiana: i ruggenti inizi del Novecento conclusi dalla profonda cesura storica della Prima Guerra Mondiale.
Grazie a quasi 180 opere, ripartite in otto grandi aree tematiche, “Secessione e Avanguardia” avvia la sua narrazione figurativa nel 1905, l’anno della “Mostra dei Rifiutati”, organizzata da Umberto Boccioni e Gino Severini nel Ridotto del Teatro Nazionale di Roma, un primo seme di discordia seminato nel panorama artistico ufficiale italiano. La mostra, a cura di Stefania Frezzotti, racconta la storia di una generazione di artisti “nuovi”, che prendendo le mosse dal declino della Belle Epoque, iniziano a rivendicare una libertà espressiva e un’indipendenza dai canoni formali delle esposizioni di Venezia e di Roma. Il percorso affronta il socialismo umanitario di Giuseppe Pellizza da Volpedo (il precursore), Giacomo Balla e Duilio Cambellotti. La mostra inoltre confronta le avanguardie moderate di Ca’ Pesaro e della Secessione Romana con la dirompente avanguardia radicale del Futurismo, che tra visione, tecnologia e politica incise un segno profondo nell’arte novecentesca. Il dissenso italiano è parte e figlio di un più ampio movimento europeo, chiamato Secessione e nato a fine ‘800 nello sfarzo decadente dell’Impero Austriaco. Il movimento artistico di cui citiamo Gustav Klimt e Otto Wagner come grandi esempi, si contrapponeva ai paradigmi artistici vigenti, alle accademie e ai dotti, con il proposito di dare inizio ad una nuova era nel mondo dell’arte.La rassegna può vantare capolavori di altissimo livello come: “Nudo alle spalle” di Umberto Boccioni, “La preghiera” di Felice Casorati, “Bambine sul mare” di Plinio Nomellini e “L’Aereo” di Mario Sironi.Il percorso figurativo termina con l’intervento italiano nella Prima Guerra Mondiale: la grande carneficina che distrusse, con le proprie fauci, sperimentazioni artistiche e slanci intellettuali. All’interventismo futurista, all’esaltazione della guerra di Marinetti e Balla, si contrappone alla fine il silenzio e l’inquietudine del primo Giorgio De Chirico.
Francesco Consiglio