Dal Parlamento europeo di Strasburgo arriva un netto sì alle nozze gay. Dopo il risultato clamoroso del referendum in Irlanda – primo paese al mondo ad aver chiesto ai propri cittadini di esprimersi su una materia così delicata – l’Europa riconosce la necessità di ampliare il concetto stesso di famiglia. Nel rapporto sull’uguaglianza di genere, approvato a larga maggioranza, si sostiene che l’ampliamento del concetto di famiglia deve avere delle ricadute anche in ambito lavorativo, riconoscendo per esempio il diritto al congedo parentale anche alle famiglie omogenitoriali. Se si pensa alle polemiche scatenate da una semplice trasmissione televisiva come Anno Uno, condotta da Giulia Innocenzi che parlava proprio di famiglie gay, se si pensa alle dichiarazioni durissime del cardinale Parolin che ha definito il risultato irlandese come una ‘sconfitta dell’umanità’, se si pensa al fatto che l’Italia è uno dei pochi paesi dell’UE e dell’Occidente ad essere sprovvisto sia di una legge antiomofobia sia di una qualsivoglia forma di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, e se si pensa che il ministro Alfano ha chiesto ai sindaci di non riconoscere simili unioni quando contratte all’estero, si capisce allora quanto ancora è distante l’Italia dall’Europa di cui pure accetta i diktat in fatto di austerity. A dire il vero è dal 1994 che l’Unione raccomanda agli Stati membri – sebbene il parere non sia vincolante – di attrezzarsi, sul piano legislativo, a riconoscere quelle unioni definite finalmente come ‘famiglie’. Un riconoscimento che da Strasburgo viene interpretato come un ‘diritto umano fondamentale’. Lontano dall’Italia, accade che il Primo ministro del Lussemburgo, tra l’altro esponente del centrodestra, Xavier Bettel sposi il proprio compagno Gauthier Destenay (in foto), dopo aver fatto coming out e dopo una campagna elettorale vincente proprio sul tema dei diritti civili. Da noi, invece, anche una legge tiepida come è quella della deputata Pd Cirinnà, che arriva dopo l’affossamento di una quantità impressionante di proposte di legge presentate nelle scorse legislature, rischia di spaccare il Governo e il partito di maggioranza. Dal Ncd infatti si sono già detti contrarissimi alla reversibilità della pensione, adducendo motivazioni fantaeconomiche, mentre i cattolici del Pd stanno male al pensiero che uno dei partner possa adottare il figlio dell’altro (la cosiddetta stepchild adoption). L’auspicio è che il ddl Cirinnà, nonostante tutti i suoi limiti, diventi presto legge per avvicinare un po’ l’Italia al consenso delle nazioni civili.