Silvia Cassetta. L’ossimoro dell’architettura

Eventi incontra un’artista originale, eclettica, piena di idee surreali e metafisiche. Una donna con una visione più ampia, oltre l’orizzonte degli schemi della sua disciplina. Conosciamo Silvia Cassetta.

La contraddizione può essere una qualità? La risposta a questo bizzarro quesito è sì, a patto che si parli d’arte e che sia perseguita la contraddittorietà come un canone.silvia c. pipoliva Se si pensa al Surrealismo o alla Metafisica, non si può negare che l’intrinseca ambiguità sia la loro forza, in grado di dare forma al sogno e rendere reale ciò che di solito vive solo nell’inconscio. Appare evidente che questa lezione sia ben chiara nella mente e nell’arte di Silvia Cassetta, che la interpreta secondo il suo gusto ed estro personali. Lo slogan della sua produzione non potrebbe essere più eloquente: kNOwarchitecture, aperto a molteplici interpretazioni, la prima delle quali ci viene fornita proprio da Silvia, “L’architettura è la concretezza del sogno, la semplicità complessa è vincente, contraddire le regole può essere divertente, senza mai perdere di vista gli obiettivi in coerenza con i propri valori”. Questo è il suo “credo” artistico, come a dire che bisogna conoscere profondamente le regole dell’architettura e avere il coraggio e il desiderio di infrangerle, perché ogni progetto sia nuovo e originale, ma anche fedele all’idea del cliente e al piano di lavoro ideato. La progettazione, secondo lei, non può essere svincolata dal rapporto con l’ambiente, per questo si interessa a fondo dell’applicazione della bio-architettura, nel rispetto della natura e della naturalezza delle cose. Le sue collezioni di design sono il frutto del rapporto tra innovazione e tradizione silvia ritrattodei materiali, come nella linea Dancing Shape, concepita per l’arredo del bagno, che unisce architettura e design con linee nette ma dall’essenza “danzante”. È un connubio importante quello tra danza e architettura; entrambe le discipline scolpiscono lo spazio, in maniere diverse, entrambe progettano per recuperare e grazie ad esse gli spazi senza vita acquistano vivacità. L’obiettivo della Cassetta è sovvertire le regole per creare oggetti che siano al contempo utili e “ribelli”, che durino nel tempo non solo grazie alla loro forma innovativa ma anche per il loro valore funzionale. Insomma, per Silvia, il design e l’architettura devono essere mezzi per migliorare frammenti di mondo. Altro tema fondamentale per l’anima di un architetto è il viaggio, perché solo raggiungendo la consapevolezza di non appartenere a nessun luogo, si può aspirare veramente ad essere liberi di creare. Per questo Silvia Cassetta realizza i suoi progetti come fossero viaggi, ispirati dalla stratificazione delle grandi città e guidati dalla passione per il recupero di oggetti e architetture abbandonate, con grande attenzione alla contemporaneità. Da Trani ed Ascoli Piceno fino a Milano, Londra, Miami e New York si susseguono i luoghi della sua vita, amati e studiati, in uno scambio continuo tra globale e regionale, che le ha fatto sorgere l’idea di progetti in cui tutto è contenuto in un unico posto, come in un viaggio. Un angolo di città o un soggiorno possono rappresentare un mondo intero se chi le cura riesce a coglierne l’essenza, con amore e consapevolezza. Originale, visionaria, divertente è l’arte di Silvia Cassetta, che riesce con ogni progetto a cambiare il mondo, centimetro per centimetro.

 

 

Manuela Pacelli

 

 

 

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