La Magna Grecia riemerge tra le mura medievali. Nel corso degli scavi condotti sotto il torrione di San Cristoforo del Castello Aragonese di Taranto, gli archeologi hanno rinvenuto un importante frammento del Tempio di Poseidone, costruito nel VI secolo a.C. Si tratta di una parte del triglifo, un elemento architettonico del fregio dell’ordine dorico, situato sulla parte alta dell’edificio. Due imponenti colonne in blocchi di carparo troneggiano in Piazza Castello a testimoniare quei fasti passati: il tempio periptero ha subito nel corso degli anni saccheggi e devastazioni, ad oggi gli studiosi ignorano la sua planimetria originale.
E’ stato il soprintendente di Taranto Luigi la Rocca, in occasione del cinquantaseiesimo Convegno di studi sulla Magna Grecia, a dare la notizia alla stampa: “La dimostrazione che nel 1300 vi erano ancora monumenti e testimonianze architettoniche dell’epoca”. Perché il frammento è stato ritrovato all’interno di un canale sotterraneo medievale, utilizzato insieme ad altri pezzi d’epoca greca come materiale di reimpiego. Ancora non è possibile sapere se gli archeologi avranno modo di estrarre il frammento per studiarlo con maggiore sicurezza, o se dovranno accontentarsi di esaminarlo in loco.
Gli scavi archeologici all’interno del torrione di San Cristoforo sono iniziati nel 2011, coordinati dalla Soprintendenza ai Beni archeologici insieme all’architetto Federico Giletti, col supporto dell’ammiraglio in pensione Francesco Ricci, curatore del Castello. Il frammento del tempio è stato individuato a 8 metri di profondità. Quel che conta, secondo La Rocca è che la scoperta “conferma che sotto il Castello è perfettamente conservata la stratificazione storica della città, dai tempi della Magna Grecia in poi. È un incentivo ad andare avanti con le ricerche”. Ora la speranza è quella di ricostruire sulla carta il disegno originale del tempio, approfondendo così le conoscenze di questa città antichissima, fondata dagli spartani e affacciata sul Mar Ionio.