Ancora una volta parliamo del giorno più bello e di tutti gli elementi necessari a renderlo indimenticabile. Lo facciamo con la Wedding Planner Tamara Gori.
Attorno al cibo e all’alimentazione, sulla scia dell’Expo, sembrano muoversi oggi una quantità di iniziative che riguardano diversi aspetti del costume. Tamara Gori, in base a una propria visione del mondo, basata sull’idea che la bellezza sia “l’armonia della semplicità”, il “rispondere ad un equilibrio già insito nella natura delle cose e delle persone”, e “nella curiosità verso l’altro, nei viaggi alla scoperta di popoli e culture diverse” ha inaugurato una attività di wedding planner, che intende accordare l’aspetto e la portata umana della scelta di convolare a più o meno “giuste nozze” con alcuni caratteri tradizionali del territorio e della cucina italiani. Formatasi sul modello di analoghe iniziative da tempo esistenti, come quelle svolte da Sanda Pandza, curatrice e wedding planner presso il Castello Odescalchi di Bracciano, Tamara Gori è tornata nella sua terra d’origine, il viterbese, in una zona ricca di frutti e di verdure non meno che di stratificazioni archeologiche, in primo luogo etrusche. Qui mescola i sapori della morale a quelli della terra madre, favorita dalla presenza di antichi edifici come il Convento di San Francesco a Gallese (VT) o il Castello di Torre Alfina, che si impegna a valorizzare rendendoli accoglienti location. L’amore per il cibo (è da tempo food blogger per www.eat.cudriec.com Mondo Mangiare) e per il vino (è Assaggiatrice Vino della Regione Lazio) l’ha indotta ad elaborare un’idea di matrimonio “che possa raccontare qualcosa, che possa far conoscere qualcosa” anche tramite “cadeaux de mariage realizzati a mano con i prodotti della terra” quali quelli tipici o dei Presidi Slow Food: miele, olio e vino, “il tutto personalizzato per gli sposi”. Attratta com’è dall’infinita varietà della vita, Tamara Gori ne assorbe tutte le sfumature, effettive o ancora possibili, affinché ciascuna coppia possa raccontarsi attraverso colori, suoni, tessuti, odori e sapori che percepisce prossimi alla propria storia e ai propri sogni. È esattamente tale proposito ad incoraggiarla ad individuare location sempre diverse ed alternative, come le cantine storiche della DOC Orvieto o dei Castelli Romani o ancora, a riscoprire usi di una volta, quali, ad esempio, il matrimonio itinerante, magari estendendo, già in un prossimo domani, il suo raggio d’azione fino a Firenze o alla Costiera Amalfitana, e rivolgendosi ai futuri sposi di tutta Europa e oltre. Come una morigerata protagonista di un romanzo di Oscar Wilde, Tamara Gori avanza al suo pubblico la sommessa proposta di “nutrire l’anima coi sensi e i sensi con l’anima”.
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Tamara Gori Mariage
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