Tra moda e impegno politico la collezione estiva di Vivienne Westwood

Dal momento che siamo profondamente convinti della necessità di ampliare i punti di riferimento della moda e quelli del nostro guardaroba, diamo un’occhiata alla Collezione estiva 2013 di Vivienne Westwood. Il nome, Gold Label, riassume la filosofia della stilista britannica più discussa al mondo per via del suo anticonformismo: “Che cosa abbiamo qui? Global exotic. Non importa dove si inizia una collezione; si viene assorbiti dal mondo circostante e lo si porta nella propria proiezione.”Vivienne Westwood Red Label, Ready To Wear, London, Spring Summer, 2013Studiando un libro sui coleotteri, la signora dello stile punk e glam rock inglese si rende conto che questi animali parlano anche del corpo umano. Nella molteplicità dei riferimenti che caratterizzano il suo eclettismo da almeno trenta anni a questa parte, Vivienne ripensa ai quadri di Velasquez che ha avuto modo di ammirare al Prado di Madrid. Per le stampe si ispira alle scatole dei tè cinesi. L’idea di fondo è appunto Global exotic: si parte dalla Cina eppure si arriva facilmente all’India e all’Africa, poiché certe raffigurazioni sono universali. Ci sono anche i giardini reali inglesi, ed in particolare l’abitudine condivisa da tutto un popolo e dalla famiglia reale stessa di fare i picnic all’aperto. E come dimenticare il celebre quadro Le Dejeuner sur l’Herbe di Manet che ha inaugurato l’Impressionismo? I colori sono chiari: beige, bianco, grigio. I tessuti sono leggeri: popeline di cotone, fresco lana e seta. Si tratta dunque di materiali semplici, leggeri e naturali. Poiché Mrs. Westwood, nota oltre che per l’indiscusso talento anche per le sue posizioni politiche radicali, ha deciso di prendere di mira il capitalismo globalizzato che continua a distruggere l’ambiente. Attraverso i suoi abiti l’artista lancia un monito a tutti noi: dobbiamo mobilitarci per salvare il pianeta dall’aggressione dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ecosistema. “Tutti noi” – scrive – “dobbiamo agire velocemente. La nostra prima linea d’attacco sono gli economisti, che ancora si ostinano a tenere separata la causa comune del cambiamento climatico. La loro ignoranza ci sta guidando a un disastro economico ed ambientale. Gli economisti devono guardare in faccia alla realtà e unirsi alla Climate Revolution.” Difficile credere che qualcuno dia ascolto agli appelli di Vivienne Westwood ma, si sa, che la moda è per definizione sogno e utopia.  

 

 Pasquale Musella

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