Un anno dopo l’11 settembre 2001, è stato pubblicato, dopo essere stato rifiutato da molti editori, in Egitto, il best seller Palazzo Yacoubian dello scrittore Ala-Al-Aswani. Nonostante il grande scalpore suscitato a causa della crudezza con la quale l’autore ha affrontato temi tabù per il mondo islamico quali il sesso fuori dal matrimonio, la prostituzione, l’omosessualità, il controllo poliziesco e i brogli elettorali, Palazzo Yacoubian, da quando è uscito nelle librerie del Cairo, si dice, sia il libro più venduto nel mondo arabo, dopo il Corano. E’ stato addirittura tratto un film, presentato al Festival di Roma nel 2006. Con i toni ora brillanti ora amari propri della commedia, il suo autore racconta le microstorie dei suoi abitanti, contestualizzando le vicende in un palazzo realmente esistente (Ala-Al-Aswani stesso aveva il suo studio dentistico lì: al numero 34 di viale Talaat Arb), che altro non è se non una metafora corrispondente al personaggio principale, l’Egitto, all’interno del quale si incontrano amori proibiti e sesso, corruzione, ipocrisia religiosa, arroganza dei potenti e fondamentalismo. L’autore porta in scena una galleria di personaggi che parte dal devoto e ortodosso figlio del portiere alla sua fidanzata, costretta a cedere alle avance dei padroni; dai poveri che con mille astuzie mirano ad una vita agiata, al gaudente signore aristocratico poco timoroso di Dio e avverso alla politica contemporanea; dall’intellettuale gay invaghito di un soldato nubiano sposato, all’uomo d’affari senza scrupoli. L’autore denuncia la situazione insostenibile della società egiziana ed araba identificandola con la mancanza di democrazia che, inevitabilmente, sfocia nel fanatismo e nel terrorismo. Il Palazzo fu fatto costruire da un miliardario armeno, Hagub Yacoubian, nel 1934: dieci piani in stile europeo con balconi decorati di statue, colonne e scale di marmo, persino dotato di un moderno ascensore Schindler. “Palazzo Yacoubian” rappresenta quella che è comunemente chiamata: una “comédie humaine”. Simbolo di una società e di un’economia in rapida espansione, è espressione di un Egitto in crisi d’identità. Dapprima gli abitanti del palazzo erano stati il fior fiore della società, poi, in seguito alla rivoluzione del 1952, vi fu la decadenza dell’edificio, dai fasti degli inquilini della Belle Epoque sino al lento e inarrestabile assedio da parte degli umili che si infiltrano in ogni spazio abitabile, dal sottoscala al terrazzo, finendo per diventare la metafora delle occasioni perdute dal paese: Busayna, la ragazza che per mantenere la famiglia si prostituisce con il suo boss, un commerciante d’abbigliamento, la quale sposerà un uomo cortese, anziano ed elegante, Zaki Bey, nostalgico e decadente amante della Cairo che fu. Taha, un tempo il fidanzatino di Busayna: diventerà un islamista radicale, e poi un terrorista perché il suo sogno di diventare poliziotto è stato bruciato in pochi minuti solo perché suo padre era un portiere. E Souad, la donna che sposa con un matrimonio segreto (urfi) Hagg Azzam, il simbolo del businessman corrotto che diventa deputato ed entra nell’ingranaggio del potere. E infine Hatim, il giornalista gay con la passione per gli uomini nubiani che vive i suoi amori proibiti, neanche così clandestinamente, e la sua tragica storia d’amore con Abduh. Le vite degli inquilini scorrono parallele, si intersecano, a volte si uniscono per poi separarsi nuovamente e intraprendere percorsi diversi; una sorta di rivisitazione de Le Mille e una notte, lette ovviamente attraverso i ritmi e le cadenze di una modernissima fiction televisiva, tutta giocata su contrasti e chiaroscuri forti. Un palazzo che contiene in sé tutto ciò che l’Egitto era ed è diventato da quando l’edificio è sorto in uno dei viali del centro. Ogni personaggio interpreta una sfaccettatura del moderno Paese, dove la corruzione politica, una certa ricchezza di dubbia origine e l’ipocrisia religiosa sono alleati naturali dell’arroganza dei potenti, dove l’idealismo giovanile si trasforma troppo rapidamente in estremismo.
Cinzia Murgia
Ala-Al-Aswani, Palazzo Yacoubian, Feltrinelli, 215 pagine, euro 16