I 58 anni di Amnesty International, l’ostinata paladina dei diritti umani nel mondo

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” (art.1 della Dichiarazione universale dei diritti umani).

Il 28 maggio 1961, esattamente 58 anni fa, nacque Amnesty International, l’organizzazione no profit che si batte attivamente in tutto il mondo per la tutela dei diritti dell’uomo stabiliti nella Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, con l’obiettivo di prevenirne abusi e inosservanze.

Fondato su iniziativa dell’avvocato britannico Peter Benenson, l’ente vanta a oggi un curriculum brillante, tra cui spicca la restituzione della libertà a più di 50mila individui, il salvataggio di tre vite al giorno, la conquista del Premio Nobel per la pace nel 1977 per l’impegno profuso in “difesa della dignità umana contro la tortura, la violenza e la degradazione”, la vittoria del Premio delle Nazioni Unite per i diritti umani nel 1978 e quella del Premio Colombe d’Oro per la Pace dell’Archivio Disarmo di Roma nel 1991 per la lotta contro le gravi violazioni dei diritti umani durante la Guerra del Golfo.

Restrizioni alla libertà fisica, di pensiero e di espressione, limiti posti all’integrità fisica e mentale, soprusi subiti per motivi religiosi, etnici, politici, di genere: da 58 anni Amnesty International condanna ogni tipo di ingiustizia commessa ai danni della vita umana, promuovendo energicamente l’emancipazione e l’indipendenza. Simbolo dell’impegno è una candela avvolta nel filo spinato, emblema della reclusione dei cosiddetti “prigionieri di coscienza”, sulla cui condizione i riflettori dell’opinione pubblica internazionale dovrebbero essere sempre puntati per impedire che condotte illecite e disumane diventino la normalità, così come evocato nel motto “è meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”.

Amnesty International ogni anno si occupa anche di stilare un rapporto – diviso in cinque macroregioni – sul grado di tutela accordato ai diritti umani nelle diverse zone esaminate per quel dato anno. Vale la pena sottolineare – non senza una certa tristezza – come nel rapporto 2017-2018 anche l’Italia sia stata denunciata per aver violato i diritti umani (oltre a Francia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia): evidentemente il mancato rispetto per la dignità umana non è una prerogativa di realtà arretrate troppo lontane dalla nostra…

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