Alberto Sordi: a vent’anni dalla morte Lorenzo Baraldi lo ricorda ne il Marchese del Grillo. Lo scenografo e la compagna Gianna Gissi partecipano ad un evento itinerante per Roma.

In una Città eterna splendidamente fatiscente, il regista Monicelli affida ad Alberto Sordi l’estremo dei suoi ruoli da mattatore prima che la maturità lasci il posto alla senilità: quello del Marchese Onofrio del Grillo.

Oggi, a vent’anni dalla morte di Sordi, non possiamo che raccontare con ammirazione la celebre maschera con cui ha irriso i privilegi di una società settecentesca e classista.

Ma perché ricordiamo ancora il Marchese del Grillo con tanto piacere?

Nella pellicola la comicità è di grana grossa, ma assolutamente indimenticabile; essendo perfettamente accordata con l’andamento episodico e picaresco del racconto, infatti, riesce a mescolare senza imbarazzi elementi storici, citazioni “alte” (come lo scherzo ai danni del carbonaio da la Bisbetica domata) e quadri schiettamente popolari.

Il punto di forza sono gli attori, certo – non solo Alberto: stupiscono Marina Confalone e Paolo Stoppa nei panni del Papa – ma anche altri fondamentali elementi: ad esempio, la scenografia. Il questo senso, la professionalità e il talento di Lorenzo Baraldi hanno saputo senza dubbio fare la differenza.

Nato a Parma il 30 ottobre 1940, Lorenzo si è formato inizialmente studiando nella sezione di Scenografia all’Istituto d’Arte Paolo Toschi; ha dunque proseguito il suo percorso grazie ai corsi di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano.

Subito, la sua fortunata stella ha saputo imporsi: nel 1967 ha iniziato la sua attività in qualità di disegnatore, assistente scenografo, bozzettista e arredatore, venendo coinvolto in ben 22 pellicole. Nel 1972, invece, ha firmato il suo primo film come scenografo e art director.

Nel corso della sua carriera, Baraldi ha avuto l’occasione di curare le scenografie di vari film di Mario Monicelli, tra i quali: Le rose del deserto, Le due vite di Mattia

Ha anche lavorato per la Tv, firmando le scenografie delle miniserie Il bell’Antonio e Al di

Infine, ha avuto l’opportunità di lavorare con registi stranieri, come il francese Georges

Lo scorso 25 febbraio ha ricoperto un ruolo di primo piano in un evento romano sospeso tra leggenda e realtà: infatti, in occasione del ventesimo anniversario dalla morte di Alberto, ha preso parte ad un tour teatralizzato dei luoghi del film.

L’evento si è ovviamente svolto a Roma, ed è stato estremamente coinvolgente: durante il corso del pomeriggio, una guida e due attori professionisti in costume d’epoca si sono alternati e hanno condotto i partecipanti nei luoghi in cui il Marchese ha vissuto, rievocandone scherzi e vicissitudini.

Da largo Angelicum a Rione Monti, dunque, la visita ha fatto emergere la vera figura di Onofrio del Grillo, il periodo in cui visse e i personaggi che frequentò: l’usuraio, il ciabattino al carbonaro e Papa Clemente XIV.

Il tour non è stata affatto il solito classico percorso guidato, ma un vero e proprio spettacolo teatrale che, innestandosi sullo stesso percorso, ha permesso ai partecipanti di conoscere il “volto umano” dei personaggi storici che hanno vissuto in quell’epoca.

Ad itinerario concluso, l’appuntamento è proseguito presso una sala meeting di Rione Monti con un veloce aperitivo e la proiezione de il Marchese del Grillo alla presenza di Baraldi che, assieme alla celebre costumista Gianna Gissi, sono la “coppia d’oro” del grande schermo (e nella vita privata); difatti, entrambi hanno vinto il David di Donatello e il Nastro D’Argento proprio per Il Marchese del Grillo, con un lungo sodalizio con il maestro Monicelli (11 film).

In definitiva, Il marchese del grillo è un prodotto di impeccabile professionismo, e ad oggi non può che essere considerata come un grande classico.

Inoltre, a venti anni dalla sua morte, l’affetto e l’ammirazione per l’”Albertone” sono sempre gli stessi, e forse sono addirittura cresciuti. E questo perché un personaggio di tale grandezza lo si continua a scoprire e ad amare, anche dopo la morte.

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