“Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea nell’idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità” asseriva Alda Merini. Un concetto molto forte che fonda le proprie radici nell’amore e nella complicità, elementi essenziali per comprendere fino in fondo una persona. E’ proprio questo concetto che ha spinto Margherita Caravello, laureata in Teatro e arti performativi alla Sapienza, a studiare per quattro anni la vita della poetessa milanese, attraverso studi approfonditi che hanno portato alla nascita di un libro dal titolo “Indagine su Alda Merini”. La prefazione del libro è stata curata da Barbara Carniti e da Laura Bertassello, rispettivamente figlia e nipote di Alda Merini. Il libro di Caravello racconta la vita di una donna che ha vissuto in un contesto storico e culturale totalmente diverso, rispetto a quello attuale, in cui la donna non veniva valorizzata come artista o lavoratrice ma doveva rimanere in casa per badare ai figli, mentre dove essere soltanto l’uomo a dover lavorare. Una società patriarcale in cui la Merini è riuscita ad imporsi, sin da bambina, mettendo al primo posto la cultura e la volontà di trasformare ogni pagina sfogliata nella libreria del padre in un vero e proprio tassello per la propria crescita individuale. La vita di Alda Merini è stata caratterizzata da alcuni episodi molto forti, che si sono controbilanciati con un carattere ribelle: al culmine di una lite con il primo marito ha subito un ricovero coatto in manicomio. Ma altre volte era stata lei stessa a presentarsi ai cancelli del manicomio, per trovare rifugio in quel posto silenzioso e staccare momentaneamente la spina da una società che la voleva moglie, madre e donna di casa. In tanti hanno saputo cogliere la maturità poetica di Alda Merini, che spiccava sin da quando era ancora una ragazzina: da Pasolini a Montale, fino a Quasimodo. Questi sono alcuni dei tanti intellettuali che l’hanno saputa accompagnare in un percorso di necessità poetica, all’interno dei salotti letterali che lei amava. Non è stato semplice per lei conciliare la vita di madre e donna giovane di 23 anni con la partecipazione al mondo letterario, per questo motivo ha avuto difficoltà a gestire questi cambi di ruolo che l’hanno fatta sentire sempre più inadeguata. Motivo per cui, Alda Merini ha deciso di sottoporsi ai ricoveri volontari per staccare dal mondo, per prendere un respiro lungo dalla realtà circostante e ritrovare se stessa. Non c’è da stupirsi di questo perché lei era una donna che viveva in perfetto equilibrio con le sue contraddizioni, che si bilanciavano perfettamente tra desideri e responsabilità: un bilancia che rimaneva sospesa in un equilibrio sottile e imperfetto e che fa parte della vita di ogni essere umano. La sincerità espressiva della poetessa milanese è un simbolo del pensiero universale che emerge tra le pagine del libro “Indagine su Alda Merini”, abbattendo ancora una volta ogni muro della dimensione convenzionale e aprendo nuovi scenari di conoscenza e riflessione.