La cattedrale di Notre-Dame, nel cuore della capitale francese, è una delle costruzioni gotiche più famose del mondo ed è il monumento storico più visitato d’Europa. Fu costruita dall’anno 1163 al 1344, ha una pianta a croce latina e due torri campanarie a pianta quadrangolare dove si poteva salire per godere una vista panoramica della città, sotto le torri si presenta un rosone di quasi 10 metri di diametro che dà luce alla navata. Principale luogo di culto cattolico di Parigi è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La cattedrale è stata nella storia luogo di importanti eventi. Già nel 1239, in attesa del completamento della Sainte-Chapelle, venne scelta da Re Luigi IX il Santo come collocazione per la reliquia della Corona di Spine. Al suo interno sono state celebrate molte cerimonie religiose legate ai Re di Francia, incoronazioni, il processo di riabilitazione di Giovanna d’Arco, funerali di Stato e cerimonie commemorative, come quella in onore del generale Charles de Gaulle. Durante la rivoluzione francese (1789-1799), la chiesa subì la perdita di tutti gli oggetti composti con metalli preziosi e rischiò la distruzione. Notre-Dame de Paris venne restaurata alla fine dell’800 dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc che tra le varie modifiche vi aggiunse i 54 Gargoyles che caratterizzano l’aspetto esterno. Il 15 aprile 2019 un gravissimo incendio, sorto nel cantiere per un restauro in corso ha colpito questo edificio causando irreparabili danni che hanno distrutto la guglia centrale (alta 93 metri e costruita nel 1860) e il tetto. Proprio lo scorso anno la Chiesa Cattolica Francese aveva lanciato un appello per raccogliere fondi e avviare delle opere di restauro della struttura che aveva seri problemi. L’incendio è avvenuto nel primo giorno delle celebrazioni della settimana Santa che portano a Pasqua. A causa della struttura del tetto fu impossibile installare dei moderni sistemi antincendio e si decise di affidarsi a un sistema di sensori di fumo e di allarmi nonché sulla presenza costante dei guardiani. Secondo i vigili del fuoco, le fiamme si sono avviate su un ponteggio installato sul tetto dell’edificio. L’incendio ha causato la perdita integrale del tetto con coperture in tegole di piombo terminata nel 1326, e intelaiatura lignea risalente prevalentemente al 1220-1240 e ricostruita nel XIX sec. e della fleche, ricostruzione neogotica realizzata nel 1858-1859, su disegno dell’architetto Eugène Viollet-Le-Duc in sostituzione di quella originaria duecentesca, demolita nel corso della Rivoluzione Francese. Oggi secondo la sua attuale ricostruzione ”Notre-Dame de Paris resta in pericolo per via della fragilità delle sue volte e per il rischio di crollo del ponteggio costruito attorno alla guglia prima dell’incendio”. Sono le parole, preoccupate, rilasciate al quotidiano francese “Le Parisien” dall’architetto e capo del cantiere del restauro odierno della chiesa Philippe Villeneuve. Il monumento, secondo l’esperto, dopo l’incendio del 15 aprile scorso, resta fragile su due piani: quello delle volte” che possono sempre cadere”, e quello del ponteggio, “che può crollare”. “Non è poco, ci saranno tra le 200 e 300 tonnellate di ferraglia”, ha affermato l’uomo che prima dell’incendio aveva avviato i lavori di restauro della guglia. L’architetto ha poi spiegato, parlando del ponteggio, di aver voluto all’epoca del montaggio, che venisse costruito in modo da restare totalmente indipendente dalla guglia. “ll risultato di questa decisione, però – ha sottolineato Villeneuve – è stato che al momento dell’incendio il ponteggio non è crollato ma, a causa del calore, i tubi si sono saldati gli uni con gli altri e si sono deformati”. L’architetto ha spiegato come in particolare sia stato proprio il lato su cui è poi crollata la guglia a subire la maggiore deformazione. E’ proprio per questo motivo la struttura è ancora più fragile. “Anzi è un vero miracolo che regga ancora” ha dichiarato preoccupato l’esperto. Tra tre settimane, dopo il completamento della posa di una pavimentazione, l’architetto metterà in sicurezza su tre livelli il ponteggio. Poi si monterà un nuovo ponteggio che raggiungerà i 50 metri e dovrà servire a smobilitare l’attuale, un’operazione che dovrà concludersi nel gennaio 2020. Oltre a ciò, tra i vari danni esistenti, Il New York Times, il 15 settembre 2019, ha pubblicato una lunga inchiesta sui pericoli per la salute causati dal piombo diffusosi durante l’incendio, che può causare problemi irreparabili al corpo umano, accusando il Presidente francese Emmanuel Macron di aver anteposto la ricostruzione (promessa in 5 anni) alla salute dei propri cittadini. Il tetto e la guglia andati distrutti contenevano infatti circa 460 tonnellate di piombo, in parte evaporato, le cui microparticelle si sono diffuse nell’aria e depositate, facendosi strada nei sistemi di ventilazione. I test effettuati sul luogo dopo il rogo avevano mostrato livelli di contaminazione fino a 1300 volte superiori al limite di sicurezza stabilito dalle linee guida francesi, ma secondo l’inchiesta le autorità non avrebbero rivelato la reale pericolosità delle zone contaminate. In conclusione i lavori di restauro richiederanno decenni, ma parte della costruzione e del tesoro in essa contenuto sono andati distrutti definitivamente. Una tragedia che in poche ore ha cancellato interi secoli di storia.