Grazie alle sue qualità fisiche e al suo comportamento, Antonio Corsi da Atina riuscì a venir definito il ‘principe dei modelli’, negli Stati Uniti perfino il ‘super model’ e in aggiunta a divenire il modello di fiducia addirittura di una principessa inglese. Anche lui da contesti familiari difficili, la situazione generale in Italia in quegli anni postunitari spinge anche la numerosa famiglia ad emigrare in America, la via ormai aperta a migliaia di italiani. Dopo il salasso del costo dei biglietti, si imbarcarono a Napoli e dopo diversi giorni di navigazione arrivarono a destinazione: e qui la povera famiglia di emigranti visse la inaudita e feroce esperienza che altri italiani avevano vissuto e vivevano: delinquenti e spietati piroscafisti nostrani, stessa feccia degli scafisti libici di oggi, scaricarono la loro umanità a Dover in Inghilterra, anziché in America! A chi ti rivolgi? E perciò si adattarono alla situazione e riuscirono a guadagnare il pane della loro esistenza cantando e ballando per le strade, in attesa di poter riprendere il viaggio della speranza. Antonio, ragazzino di circa dodici anni, era particolarmente ben fatto e dotato dalla natura e avvenne che un pittore londinese trovandosi a Dover lo notò e ne intravide le possibilità di modello e quindi, presi accordi con la famiglia, si portò tutti a Londra a proprie spese e la cosa durò per un bel pò. Già a dodici anni posò per ‘The Storm’ ‘La tempesta’ un grande quadro di successo di un artista dell’epoca, oggi al MET di New York e così iniziò la sua carriera. Dopo qualche anno si recò a Parigi ad approfondire il mestiere e ritornato in Inghilterra riprese la collaborazione con gli artisti e a 22 anni si sposò: siamo nel 1890. In questo periodo a Londra operavano altri modelli della Valcomino, Angelo Colarossi sicuramente il decano, Domenico Mancini e familiari, Alessandro de Marco, Gaetano Valvona, Orazio Cervi, Antonia Caira ed altri. Antonio Corsi oltre che per la eccellenza fisica, si distingueva per due prestazioni molto significative per gli artisti: la capacità di restare immobile nella medesima posa per ore intere e, inoltre, di assumere le posizioni e movenze più difficili. La sua seconda prerogativa era di ‘vivere’, di ‘entrare nel personaggio’ da lui rappresentato e quindi di ricrearne le espressioni e configurazioni e perciò seppe attirare l’attenzione degli artisti più in vista dell’epoca che lo ebbero sulla pedana con soddisfazione: E.Burne-Jones lo ebbe come protagonista nel suo famoso La ruota della Fortuna, H.Hunt come protagonista de La Luce del Mondo, oggi nella Cattedrale di S.Paolo a Londra, Sir F.Leighton…. Il successo gratificante fu quando la Principessa Louisa, rinomata scultrice dell’epoca, figlia della Regina Vittoria, sentito parlare delle sue qualità, lo assunse quale Cristo nella sua importante scultura la Crocifissione. Il lavoro nel palazzo reale di Buckingham durò circa due anni e naturalmente per il povero modello di Atina fu una esperienza indimenticabile: tra l’altro non era da tutti intrattenersi amichevolmente con la regina stessa e talvolta prenderci il thè assieme, quando andava a visitare la figlia nello studio.
A Londra, tra gli altri, entra in contatto con John Singer Sargent, uno dei più celebrati pittori americani, che sta lavorando all’affresco della Biblioteca Pubblica di Boston e Antonio Corsi realizza il sogno infranto dei genitori: nel 1901 lo troviamo in America dove inizierà la sua seconda esistenza. Nel frattempo i tre figli sono con lui, la moglie è deceduta già a Londra e i genitori erano rimasti in Inghilterra dove da tempo avevano trovato una loro sistemazione nella importante città portuale di Plymouth. La prima tappa americana del modello naturalmente è Boston dove posò per J.S.Sargent dando il proprio corpo a diversi personaggi della prestigiosa commissione. E’ interessante ricordare che il segretario nonché modello, maggiordomo, factotum del famoso artista già da anni, e lo sarà ancora per parecchio, anche in America, era un altro atinate, Nicola d’Inverno e bello sarebbe conoscere i rapporti intercorsi con Antonio Corsi.
In America continuò a fare il modello per alcuni anni anche presso la Scuola di Belle Arti dell’Univ. di Sud California. Ma aprì l’orizzonte ad altre possibilità professionali e iniziò a posare per studi pubblicitari, per agenzie cinematografiche: impersonò con successo personaggi di arabi e di indiani, un monumento equestre di un indiano lo ricorda davanti ad una istituzione a Los Angeles, ma la vera e propria popolarità gli arrivò con diversi film muti per i quali posò da attore in gran parte a New York, impersonando numerosi personaggi, con tanto successo da essere definito “il primo super modello al mondo’. Morì di malattia nel 1924 a Los Angeles a soli 54 anni: i tre
figli erano tutti presenti. Un lungo epitaffio apparve il 6.1.1924 sul Los Angeles Times, il giorno dopo la morte. Una società cinematografica americana, dice la cronaca, ha realizzato un documentario sulla sua esistenza. Del modello si parla anche nel libro: “MODELLE E MODELLI CIOCIARI A ROMA, PARIGI E LONDRA NEL 1800-1900” che si raccomanda per conseguire una visione esauriente dell’incredibile fenomeno dei modelli ciociari.