Antonio Del Greco torna ad affrontare una vicenda di cronaca nera: Il Giallo di via Poma poteva essere risolto?

Sono passati trent’anni da quando, durante un torrido agosto romano, in un ufficio dell’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù venne ritrovato il corpo senza vita della giovanissima Simonetta Cesaroni, assassinata con ventinove pugnalate. Un giallo irrisolto e che, dopo tanto tempo, suscita ancora interesse, polemiche e dubbi. 

Massimo Lugli, ex inviato speciale di Repubblica che seguì le indagini e Antonio Del Greco, allora funzionario della squadra mobile che le diresse, ricostruiscono, in forma di romanzo e con nomi di fantasia, tutte le svolte di un’inchiesta difficile e piena di trabocchetti. Un mix di realtà e di immaginazione, come altri libri scritti in coppia dai due autori, che rivela particolari inediti, aspetti mai chiariti e mai resi noti e svolte impreviste dai due punti di vista: quello della stampa e quello della polizia. Il finale, di fantasia, è un colpo di scena che capovolge tutto e che, forse, avrebbe potuto essere possibile.

Nato a Roma nel 1953 ed entrato in Polizia nel 1978, Antonio Del Greco è stato dirigente della Squadra Omicidi della capitale negli anni dei più eclatanti casi di cronaca nera. Portano il suo nome le indagini sull’omicidio del “Canaro” alla Magliana, la cattura di Johnny lo Zingaro, il delitto di via Poma, la Banda della Magliana ed attualmente è direttore operativo della Italpol Vigilanza. 

Del Greco e Massimo Lugli, nerista per le pagine romane di Repubblica, hanno ricostruito in forma di romanzo le vicende in cui l’ex commissario si è imbattuto nel corso della sua attività, svelandone i retroscena nei libri Città a mano armata, Il Canaro della Magliana, Quelli cattivi, NarcoRoma.

La scorsa estate, nel trentesimo anniversario dell’omicidio di Simonetta Cesaroni, la ragazza trovata brutalmente pugnalata in un appartamento nel quartiere Prati di Roma, è uscito “Il Giallo di via Pomatrent’anni senza giustizia, trent’anni senza un colpevole”, ultima fatica scritta a quattro mani dai due autori.

Un giallo irrisolto che suscita ancora interesse, con nomi di fantasia e spunti romanzati; il libro ripercorre le svolte di un’inchiesta complessa, in un insieme di realtà e immaginazione, rivelando particolari inediti e azzardando un colpo di scena finale…

In occasione della presentazione del libro al pubblico, Antonio Del Greco, in un’intervista al Messaggero, ha spiegato: “Non arriviamo alla verità, raccontiamo le emozioni. Non aver dato il nome all’assassino di Simonetta è il rammarico che nutro nei suoi confronti, ma è stato fatto tutto quello che era possibile, compatibilmente con la tecnologia dell’epoca”.

La curiosità è ciò che spinge Antonio Del Greco nel suo vivere quotidiano e deve essere alla base dell’attività di ogni investigatore che abbia il desiderio di arrivare alla soluzione: “Questo ti da una forza straordinaria – ci ha rivelato Del Greco, che ha poi aggiunto – la soddisfazione non è tanto quella di guadagnare, ma di avere un appagamento personale.”

Siamo certi che non siano moltissimi gli autori mossi da ideali tanto forti e, in attesa del suo prossimo libro, Inferno Capitale, realizzato sempre in collaborazione con Massimo Lugli, la cui uscita è prevista per la fine di ottobrenon ci resta che lasciarci perderci tra le righe del suo ultimo lavoro.

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