AUDENTES FORTUNA IUVAT
Prima monografica italiana di Natalia Goncharova
Dal 28 settembre 2019 al 12 gennaio 2020, il Palazzo Strozzi di Firenze ospita la mostra Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie, tra Gauguin, Matisse e Picasso, a cura di Ludovica Sebregondi, Fondazione Palazzo Strozzi, Matthew Gale, Head of Displays, Natalia Sidlina, Curator, International Art e Tate Modern. La rassegna, promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Tate Modern, con la collaborazione dell’Ateneum Art Museum di Helsinki, illustra l’interessante vicenda biografica e artistica della pittrice russa Natalia Goncharova (Negaevo, 1881 – Parigi, 1962), attraverso un’ampia retrospettiva, la prima in assoluto in Italia, che ne valorizza il contributo offerto all’arte russa ed europea del Novecento.
Nata, nel 1881, a Negaevo, nell’oblast di Tula, Natalia Goncharova si iscrisse, nel 1898, alla Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca, dove conobbe il pittore Michail Larionov, suo futuro compagno di viaggi, d’arte e di vita. Ancorata alla tradizione figurativa del proprio Paese non meno che attratta dalla pittura europea di fine XIX – inizio XX secolo, si impegnò a fondo nell’intento di avvicinare e conciliare i due mondi. In Russia, partecipò attivamente alle iniziative promosse dalla rivista “Vello d’oro” e organizzò mostre dedicate al gruppo postimpressionista russo “Il Fante di quadri” (che includeva anche diversi artisti francesi); contravvenendo al divieto allora imposto alle donne, si occupò, fra il 1909 e il 1911, di icone sacre; e, infine, conquistata dal linguaggio futurista, divenne uno dei principali esponenti della sua variante russa, il raggismo. Prima di trasferirsi, assieme a Larionov, definitivamente a Parigi (1914), fu processata per aver osato esporre dipinti con soggetti nudi, violando in tal modo un tabù che, al pari delle icone sacre, le donne erano tenute a rispettare. Si difese, in maniera ancor più provocatoria, passeggiando per le vie di Mosca con il corpo nudo e dipinto e, forse proprio per questo, dal momento che “la fortuna favorisce gli audaci”, nella stessa città, fu allestita, nel 1913, una sua personale. Giunta in Europa, attraversò Paesi, partecipando a importanti rassegne, tra cui la seconda dedicata al Blaue Reiter (Monaco di Baviera, 1926), stili e linguaggi diversi. Senza mai abbandonare del tutto la pittura, infatti, Natalia Goncharova si misurò con il teatro, collaborando, come costumista e scenografa per i Balletti russi, con Sergej Djagilev, e realizzando decorazioni per gli interni; il cinema e la danza, portando il tip tap sul grande schermo; l’illustrazione di libri. Anticonformista in una società conservatrice, si dichiarò apertamente femminista e sposò Larionov dopo un’intera vita trascorsa assieme, nel 1955, soltanto per tutelare il lavoro comune.
In un immaginifico viaggio tra Mosca e Parigi, i circa 130 dipinti in mostra, provenienti da importanti collezioni e istituti internazionali (Galleria Tretyakov di Mosca; Museo Statale Russo di San Pietroburgo; Tate Modern, National Gallery, Estorick Collection e Victoria and Albert Museum di Londra; Museo del Novecento e Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco di Milano; Mart di Rovereto), ricostruiscono l’intimo dialogo fra Oriente e Occidente, tradizione e innovazione, vita e arte che ha plasmato l’eccentrica personalità e
l’eclettica creatività di Natalia Goncharova, prima artista donna della modernità cui Palazzo Strozzi dedica una monografica. Fra le sue opere più celebri, è possibile ammirare l’Autoritratto con gigli gialli (1907-1908), il polittico della Mietitura (1911) e quello degli Evangelisti (1911), sequestrato dalle autorità, durante un’esposizione a San Pietroburgo del 1914, e diversi nudi, ritenuti scandalosi allora e, ancora oggi, talvolta sottoposti a censure – come è accaduto, di recente, su Instagram, a Modella su sfondo blu (1910) –. Il percorso espositivo include, inoltre, dipinti di altri grandi maestri moderni che in un qualche modo l’hanno ispirata, quali Paul Gauguin, Henri Matisse, Pablo Picasso e Umberto Boccioni, offrendo l’occasione per un confronto, fondamentale per comprendere l’evoluzione stilistica della Goncharova nelle sue varie fasi: dal periodo eroico di inizio Novecento, a quello della Grande Guerra, fino alla Parigi degli anni Venti, che la vede sperimentare e contaminare il primitivismo di Gauguin e il cromatismo di Matisse, l’ingegno compositivo di Picasso e la forza dinamica di Boccioni e Balla. Ne risulta un linguaggio del tutto nuovo e personalissimo, che coraggiosamente fonde gli elementi iconici della tradizione popolare e religiosa russa con le istanze dell’arte moderna europea.
Box informazioni:
Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie, tra Gauguin, Matisse e Picasso
(28 settembre 2019 – 12 gennaio 2020)
Palazzo Strozzi, Firenze
Tutti i giorni (inclusi i festivi) 10.00 – 20.00
Giovedì 10.00 – 23.00
http://www.palazzostrozzi.org