Balla è stato un pittore d’energia, un pittore veloce. Le sue opere raccontano il movimento, rientra tra i pittori futuristi, anche se nel 1932 si allontana da questa tendenza. I suoi astratti colgono il dinamismo di un colpo di fucile, o l’auto che corre. I suoi studi riguardano la scomposizione della luce e il movimento di persone o degli oggetti più disparati. Una profonda introspezione psicologica risalta nei colori e nelle linee scelte per definire le opere e gli stessi titoli. “Esistere per dare” era il suo motto. Nel 1913 sparse la voce che Balla era morto e i suoi quadri vennero messi all’asta! Trovata geniale, non c’è che dire.
Al MoMA troviamo alcune sue opere, una parte della sua collezione appartiene alla Banca d’Italia. Vedere esposti i suoi dipinti da una grande emozione, giochi di luci ed ombre molto particolari. Interessante un suo autoritratto notturno in cui ha usato addirittura lucido di scarpe. L’effetto luce spesso è stato ricavato utilizzando un temperino o la coda di un pennello. Nella prima tecnica sorprende l’effetto, il riflesso dell’acqua, graffiata, che scende dalla fontana a Villa Borghese: la fontana che piange. Un’opera che colpisce per la sua profondità e sembra quasi di sentire il tintinnio dell’acqua che cade. Bellissime le dalie luminose che emergono dal buio di una stanza con i loro sgargianti colori. Ritratti, autoritratti, tele movimentate come il mare velivolato o più sedentarie, per modo di dire, della seggiola dell’uomo strano. L’uomo strano, un po’ verdognolo, così si descrive, quasi fosse un marziano. Un artista in anticipo con i tempi, con i suoi dipinti astratti dalle geometrie armoniche e colorate. Nel 1956 ricevette una medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica come artista più rappresentativo tra il 1900 e il 1930.