Bernini e la rivitalizzazione del mito

Nelle opere scultoree di Gian Lorenzo Bernini conservate nella Galleria Borghese, cuore pulsante dell’arte nel cuore pulsante di Roma, possiamo ammirare come i temi mitici e biblici prendono vita nella dinamicità del rilucente marmo in cui sono scolpite. Con Bernini lo stile barocco raggiunge vette altissime, ma la sua prima maturazione artistica risiede nella realizzazione di queste statue. Il primo gruppo scultoreo che analizzeremo è intitolato “Enea, Anchise e Ascanio” in cui la radice mitica è facile da intuire. L’opera fu commissionata dal Cardinale Scipione Borghese, il quale si rivolse spesso al Bernini per la realizzazione di molteplici opere, contribuendo alla crescita della popolarità dell’artista. “Enea, Anchise e Ascanio” è il primo gruppo scultore richiesto dal Cardinale e rappresenta una delle scene più iconiche della tradizione letteraria latina: l’episodio è tratto dal secondo libro dell’Eneide di Virgilio, in cui Enea sta per fuggire dalla città di Troia dopo l’incendio e il saccheggio da parte delle truppe greche; durante la fuga, Enea trasporta sulle spalle suo padre Anchise mentre suo figlio Ascanio lo segue. Bernini rappresenta il momento della fuga in modo assolutamente vivido: Enea porta sulle spalle il vecchio padre che tiene in mano il vaso contenente i Lari Tutelari (le ceneri degli antenati) mentre Ascanio si aggrappa alla gamba di Enea. Nelle tre figure del padre, del figlio e del nipote ritroviamo inoltre un motivo spesso trattato in pittura, ovvero le tre età dell’uomo.

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