Brigitte Bardot: uno spirito ribelle

La donna che il mondo ha invidiato alla Francia, Brigitte Bardot, uno stile unico che sfida ogni spiegazione della perfezione di bellezza; conosciuta come BB è nata a Parigi il 28 settembre del 1934, attrice, modella, cantante.

Dopo gli esordi come danzatrice classica, diviene prima modella, posando per svariate copertine di riviste di moda, quindi attrice e infine, dal 1962, anche cantante. Negli anni del successo si consacrò come un’icona sexy. Dal 1962, inoltre, è un’attivista per i diritti degli animali, attività che l’ha assorbita completamente a partire dal suo abbandono del cinema avvenuto nel 1973.

Sempre decisa nel suo look in quel modo di essere Francese, così radicata nella sua personalità, una leggenda nel suo essere fuori dal comune, con la personalità raccontata attraverso la moda e i film.

Un grande amore per la danza classica che la vedrà sudare sulle punte nel Conservatorio di Parigi. Una educazione rigida da parte di genitori che sono stati, per le loro passioni, artefici del suo destino, iniziando con servizi fotografici nella moda diventa la modella di punta della rivista Elle; le foto aprono uno scenario diverso nella visione del regista Marc Allégret che la invita per un provino dove incontrerà un grande amore Roger Vadim.

Nel 1952 interpreta un film dal titolo Manina ragazza senza veli. È una donna che richiama attenzione il cinema la cerca come attrice facendola diventare un icona di femminilità. Cannes la venera, nel suo essere tipicamente parisienne, la moda la circonda di attenzione, incarna il suo stile Francese che ama follemente; una donna che ha esaltato il suo gusto anche in uno spirito ribelle non proprio tipico degli anni sessanta, settanta.

I suoi film dei primi anni cinquanta sono per lo più storie romantiche poco impegnate, alcune delle quali a sfondo storico, in cui Bardot interpreta spesso la parte di un’ingenua eroina o di una sirena d’amore. Appare in piccole parti in tre film in inglese: Elena di Troia (1956), prodotto dalla Warner Bros., in cui, dopo aver quasi ottenuto la parte di protagonista, appare invece come ancella di Elena; Atto d’amore (1954) e la commedia Dottore in alto mare (1955), entrambi accanto a Dirk Bogarde. Dopodiché anche i suoi film in francese vengono distribuiti internazionalmente.

Pur in un periodo di grande sviluppo del cinema europeo, la sua ascesa è comunque straordinaria: è una delle poche attrici europee a catturare l’attenzione dei mass media negli Stati Uniti. Lei e Marilyn Monroe diventano icone della sessualità femminile degli anni cinquanta e degli anni sessanta e ogni sua apparizione pubblica negli Stati Uniti viene seguita dai mass media.

La verità (1960), diretto da Henri-Georges Clouzot, si rivela un film doloroso ma al contempo molto importante per la sua carriera. Durante la lavorazione trascura la famiglia (il marito malato e il figlio appena nato), il regista si rivela molto esigente nei suoi confronti e lei inizia una relazione con il protagonista Sami Frey. Tutto questo influisce sulla sua recitazione anche perché il suo personaggio ha diversi punti in comune con lei, soprattutto l’assoluta voglia di libertà che il mondo benpensante borghese vuole soffocare. Poco dopo la fine delle riprese infatti tenta il suicidio. Il film comunque si rivela un grande successo e la sua interpretazione molto apprezzata dalla critica e dal pubblico.

Vita privata (1961), diretto da Louis Malle, contiene più di un elemento autobiografico. La scena in cui, rincasando, il personaggio interpretato da Bardot incontra una signora di mezz’età che la insulta, è basato su un episodio realmente accaduto, e getta una luce sugli aspetti meno noti della celebrità a metà del XX secolo. Poco tempo dopo, Brigitte Bardot si ritira nel Sud della Francia e in quel periodo tenta il suicidio, ma nei primi anni sessanta, in piena rivoluzione sessuale, il suo stile di vita apparve più normale e la pressione su di lei comincia ad attenuarsi.

Nella sua vita affianca al cinema la musica, nel 1967 collabora con Serge Gainsbourg che scriverà canzoni per lei tra cui Je t’aime che parla della più bella storia d’ amore immaginata. Nasce una relazione fra di loro breve ma intensa fra le note delle canzoni scritte da lui e interpretate da lei. Con il film “E Dio creò la donna” si presenta in tutta la sua sensualità ballando il mambo scalza, riproponendosi al cinema nell’immaginario popolare che la desidera in tutta la sua bellezza, una donna che ha suscitato ogni tipo di giudizio insieme ad ogni desiderio.

Il 1974 la vede nel numero di Play boy posare nuda in tutta la sua bellezza ultra chic che ha sviluppato negli anni nella sua ricerca di perfezione estetica, rafforzando la sua immagine artistica e professionale che la celebra in un ponte tra la Francia e il mondo; evoca stile, fascino senza tempo la musa di tanti uomini.

Simbolo di una forza e di una bellezza che ha dato vita ad un’artista con un’anima tormentata, con un successo planetario che l’ha vista diventare un’icona. Un personaggio come Brigitte Bardot è testimonial di un’esplosione di bellezza, di una voglia di rivoluzione in una femminilità ribelle.

Nel suo essere alle volte scandalosa con i suoi topless ha giocato in fondo con un corpo meraviglioso, protagonista di se stessa di una donna vera. A modo suo ha dimostrato che, come diceva Henry De Montherlant, “La vera forza dello stile sta nel sentimento”.

Nonostante le polemiche, il carattere irruento, l’invidia delle altre donne che la definiscono una “rovina matrimoni”, Brigitte Bardot è e rimane icona sexy del cinema degli anni ’50 e ’60 e simbolo del cambiamento della donna nella società.

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